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1238. Francesco Sforza a Giacomo da Canereno, a Stefanino de Zaccariis e agli ufficiali delle munizioni di Cremona 1452 ottobre 7 "apud Lenum".

Francesco Sforza scrive a Giacomo da Canereno, a Stefanino de Zaccariis e agli ufficiali delle munizioni perché gli facciano avere entro la serata seguente mille lance ferrate da cavallo e da sette a ottocento lance da piede. Non appena si faranno partire le lance da lì venga inviato un cavallaro, in modo da mandare incontro una scorta. Il duca esige che Stefanino quotidianamente invii sei carri di pane, dai quali, giunti a Pavone, se ne staccheranno due destinati a Manerbio.

Nobilibus dilectis nostris Iacobo de Canereno, Stefanino de Zachariis et offitialibus munitionis Cremone.
Dilecti nostri, volemo et ve comandamo che, havuta la presente, subito ne mandate mille lanze da cavallo de quelle che sono lì ferrate, et anche ne mandate septecento fin in octocento lanze da pede, se gli ne sonno, et non gli sia fallo, et facci che siano a qui domane da sera. Et in quell'hora che le dicte lanze se partirano da lì mettete ad cavallo uno cavallaro che ne vegna ad avisare, perché glie mandaremo la scorta ad incontro. Volemo adpresso che ti, Stefanino, provede habiamo ogni dì sei carre de pane in campo. Et non glie sia fallo. Apud Lenum, vii octobris 1452.
Irius. Duplicata eodem die cum hoc, che quando le dicte care serrano a Paone ne mandemo de lì ad Manerbio due carro ogni dì, et gli mande uno ch'el venda ut supra. (a) Iacobus. Cichus.

(a) Da cum hoc a ut supra a margine.