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1291. Francesco Sforza al podestà di Castelleone 1452 ottobre 12 "apud Lenum".

Francesco Sforza scrive al podestà di Castelleone di non credere a quanto hanno detto i due uomini d'arme nemici andati lì, che il conte Carlo intende andare ad alloggiare lì. In ogni caso ordina di stare all'erta e di avvisarlo di ogni vociferazione per essere pronti a ogni bisogno. Gli ricorda di aver scritto al conestabile Cola da Nola di andare con i suoi uomini a Firenze: se qualcuno di loro si fosse fermato lì, lo induca a raggiungere il suo conestabile.

[ 306v] Potestati Castri Leonis.
Havemo veduto quanto ne scrivi de quelli doi homini d'arme de inimici venuti ad Montodene et che habiano dicto ch'el conte Carlo vole venire ad alloziare lì, et cetera. Te comendiamo del'adviso ce hai dato, ma non credemo che dicano el vero. Niente de meno volemo debbi suso l'adviso, et sentendo più una cosa che un'altra, et che facesseno pur pensero de venirle, ne mandarai ad avisarne per duplicati et triplicati messi, ad ciò possamo provederli presto s'el serrà de bisogno. Ceterum, como tu say, venne lì Cola da Napoli, conestabile de fanti da pede, cum parechii soi compagni et li facessemo littere opportune de andare ad Fiorenza. Et perché non sapemo se li compagni soi siano acconzi et andati cum luy o remasti lì, volemo che, se per caso glie ne fosse remasto alchuno, debbi honestamente darli licentia cum dire che vadano ad retrovare el suo conestabile, et questo fazemo ad ciò non facessono in quella nostra terra qualche sinixtro et inconveniente, et avisaraine subito como haverai facto, recordandote anchora vogli stare attento et sollicyto et admonire et advisare quelli castellani fazano bona guardie de dì et de nocte, et stiano vigili che ali inimici non possa reussire el pensero de quello se ha la mente che cercano de fare, como per altre nostre sey advisato, et continuamente ne advisaray de quanto seguirà. Apud Lenum, xii octobris 1452.
Iacobus.
Cichus.