Registro n. 7 precedente | 1316 di 2129 | successivo

1316. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo sine data[1452]

Francesco Sforza loda Antonio da Trezzo per la risposta data all'Estense circa le notizie avute dall'inviato di messer Alberto da Pigli sui fatti di Francia e del duca di Savoia. L'assicura che non darebbe al duca di Savoia neppure un merlo di una sua fortezza, tanto meno Novara; altrettanto vale per Alessandria. Sono tutte bagole messe in giro da Guglielmo del Monferrato.

[ 311v] Antonio de Trecio.
Veduto quello ne hai scripto per toe, date a x del presente, de quello ha mandato a dire messer Alberto da Pigli ad quello illustre signore duca a bocha et per scripto, de quello te ha deto la signoria soa circa li facti de Franza et del duca de Savoya, et respondendo ad tucte le parte, primo, te comendiamo dela resposta che hai data al prefato signore duca, quale ne è multo piaciuta, et se la signoria soa ne havesse dicto personalmente, non l'haveramo facto altramente. Ben te recordamo che non daressemo uno solo merlo al duca de Savoya de una nostra forteza, nonché Novara, perché non gliela volessemo dare prima che havessemo Mediolano, che le cose ca va (a) eranno in deteriore conditione, mancho gliela daressemo addesso che le cose nostre sonno in bono favore. Te advisamo ancora che non daressemo via Alexandria, né solo merlo de Alexandrino, neanchi siamo rechesti de darla; ma la maiestà del re de Franza è venuta ad intelligentia cum nui sinceramente et con uno singular desyderio de favorire le cose nostre. Crediamo bene ch'el prefato signore duca et anche domino Alberto se siano mosti ad dire queste parole ad bono fino, ma da l'altro canto credemo che queste siano del'arte de domino Guielmo, quale se sforza dare ad intendere ali Alexandrini che li vogliamo dare ad altri solamente per deviarli dala devotione nostra, ma non glie verrà facta. Advisandote che le zente dela prefata maiestà de(l) Re et le nostre (b) che sonno de là, campezano le terre soe et lo strenzeno per modo che se pentirà del'errore suo et se glie farà mutare pensero, advisandote ancora che la prefata mayestà del re de Franza è personalmente alle cons (c)

(a) Così A.
(b) de re et le nostre in interlinea.
(c) La missiva s'interrompe così.