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1343. Francesco Sforza al podestà di Cremona (1452 ottobre 18 "apud Lenum").

Francesco Sforza fa sapere al podestà di Cremona di aver presi da lì i ventiquattro individui descritti nella cedola allegata. Di detti ventiquattro, i primi quattro andranno a Piadena , dando, però, prima, a Cremona, garanzia di 1500 ducati di non pensare né agire contro lo stato sforzesco. Della menzionata somma, il primo della lista, darà 500 ducati, mentre i restanti 1000 saranno versati complessivamente dagli altri tre. A Piadena i quattro daranno garanzia al podestà di presentarsi da lui due volte al giorno. Si darà il nome dei quattro al cancelliere ducale Giovanni Chiapano e del notaio rogatario della garanzia. I successivi i sei della citata lista devono rimanere a Cremona con l'obbligo di presentarsi due volte al giorno dall'ufficiale delle bollette, e con la minaccia di pene pecuniarie e personali se uscissero, non autorizzati, dalla città. Gli altri individui verranno ripartiti tra Piacenza e Fiorenzuola, su indicazione di Antonio da Varese e di Antonio da Desio. Segue l'elenco degli ostaggi.

Potestati Cremone.
Spectabilis dilecte noster, havemo cavato de questa terra per bon respecto li xxiiii descripti in la cedula introclusa, de quali volimo primi quattro in essa cedula nominati restino et vadanno ad Piadana cum questo che dagano securtà idonea in quella città de ducati 1500, cioè lu primo de ducati 500 et li altri tre de ducati 1000 fra tutti et tre, de non se partire dela dicta terra de Piadena senza nostra speciale licentia. Et non faranno, né pensarano, né tractarano (a) cosa alcuna, né in secreto, né im palese, per directo né indirecto, contr'al stato nostro, et quando contrafacessero cadano in la dicta pe­na; siché como haverete dicta cautione da loro, siamo contenti li faziate adcompagnare per uno de vostri ad Piadena. Et advisate el podestà che li recepte et che gIie conmande, sotto la dicta pena, che ogne dì due volte se presentarano denan­zi da lui, et interim che ve daranno dicta segurtate. Advisate Zohan Chiapano, nostro canzellero, del nome et cognome de quelli che gIie l'haveranno facta et del notaro che ne serrà rogato. Li altri sei, che sequeno per ordene li dicti primi quattro, volemo restino dentro da Cremona et che glie faciate uno (b) comandamento, sotto pena del'havere et dela persona, che non escano de quella città senza nostra licentia, et che ogne dì due volte se presentino denanzi al nostro offitiale dele bollecte lì. Lo resto volemo vadano ad Piagenza et ad Fiorenzola, como più compitamente ve informarà Antonio da Vareso et Antonio da Des(i)o, nostri famegli portatori de questa, ali quali crederiti quanto ad nui proprii. Apud Lenum, ut supra.
Littere credenziales in Antonio de Varesio, (c) potestati Placentie et Florenziole, et in Antonio de Desio, potestati Platine, ut supra.
Cichus.
A margine: Suprascripto de obsidibus Leni transmissis Cremonam et ultra Padum.
[ 318r] Lista obsidum.
Romelio de Ripa, civis.
Petro del Abbate, civis.
In Platina
Petron Capirola, civis
Zohanin Capirola, civis
Bettino de Pigoli
El Bono del Tino.
In Cremona
Bettino Garuffo
magistro Antonio Pizolo
Bettino da Gaduldo
Bertholino del Bono
Olivero da Dano
Petro del Zenuchino.
In Placentia
Zohanne del Tamborino
Petro del Caprettino
Petro de Manzolo
Zohanin da Roveta
Zohanne de Zanin de Savoldo
Pecino de Rossi
Iacomo de Perselino.
In Fiorenzola
Tolocto
Valente del Moro
Antonio de Rossi
Bertramo de Locadelli
Zohanin da Brenzano.

(a) né tractarano in interlinea.
(b) uno in interlinea.
(c) Segue et Antonio depennato.