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1355. Francesco Sforza a Giovanni Caimi 1452 ottobre 18 "apud Lenum".

Francesco Sforza vuole che Giovanni Caimi prenda Tommaso, famiglio di Michele da Marliano, compagno del Colleoni, che si è portato a Cremona da un amico del menzionato Michele, dal quale si è fatto dare , con una falsa lettera, la roba che detto amico aveva in deposito da Michele. Preso detto famiglio, non lo rilasci fino a che non avrà restituite tutte le cose di Michele e, inoltre, gli si faccia dire chi è l'autore della falsa lettera.

Iohanni de Caymis.
El s'è partito da Michele da Marliano, compagno del magnifico Bartholomeo Coglione, uno so fameglio, chiamato Thomaso, quale è andato ad Cremona da uno amico del dicto Michele, quale haveva in governo certa robba in casa soa del dicto Michele, et ha facta fare una lettera per parte del dicto Michele contrafacta directiva al dicto so amico, che glie debbia dare la dicta robba, per vigore dela quale lettera lo predicto glie dede certa robba d'esso Michele, como dal presente portatore sarai informato. Et perché intendemo dicto Thomaso è capitato lì, voliamo te sforze in ogni modo de haverlo in le mane et non lo lassarai fino ad tanto non habia integramente satisfacto (et) restituito tucta la robba sua al dicto Michele. Et volemo sappi in ogni modo da lui chi fo quello che li fece dicta lettera contrafacta, alo quale volemo amin(i)stre et fazi (a) quanto vole et rechede rasone et iustitia. Apud Lenum, xviii octobris 1452.
Iohaninus.

(a) Segue rasone depennato.