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1383. Francesco Sforza al potestà di Gottolengo 1452 ottobre 23 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza vuole che il potestà di Gottolengo metta in prigione gli uomini di Leno che si trovano lì, essendosi Leno data al nemico. Faccia un inventario del bestiame e dei beni degli arrestati, metta tutto al sicuro in modo siano disponibili a ogni richiesta del duca. Lo ammonisce che sconterà personalmente ogni fuga di persone e ogni perdita di detti beni.

[ 327r] Potestati Gottolenghi.
Intendimo che lì in quella nostra terra sonno alchuni homini de Leno cum el lor bestiame, et perché, como siamo certi debii havere inteso, Leno se è dato ali nimici nostri, volimo che, subito recevuta questa, debii fare mettere in presone tucti quelli homini da Leno che sonno lì et li fazi tegnire sotto tal guardia (a) che non possano fare fuga. Et similiter volimo che ogni bestiame et cose del'homini de Leno che se trovarà lì, quale farrai molto bene cercare, ne fazi la descriptione et reponere in loco che ad ogni nostra petitione ne la sappi consignare, advisandote che se faranno fuga, quella pena doveriano portare loro la faressemo portare ad ti et così te faremo pagare quelle cose se trovassero mancare. Et facto questo, subito ne mandarai la lista del'homini haverai facti mettere in presone et la descriptione del dicto bestiame et cose. Apud Calvisanum, xxiii octobris 1452.
Marcus.
Cichus.
A margine: Pro detentione hominum de Leno ibi existentium.

(a) Segue sotto tal guardia depennato.