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1405. Francesco Sforza a Giovanni Pilizaro 1452 ottobre 23 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza si dice contento con Giovanni Pilizaro, vicario di Seniga, che abbia accolto Pietro Schiavo proveniente dal campo dei nemici. Gli ordina di non fare niente di nuovo per il bestiame preso, senza grande fatica, a quelli di Leno e lo loda per aver fermato i sei balestrieri genovesi che se n'erano venuti via senza licenza del loro capitano. Consente che tre di loro vadano dal loro capitano, purché i tre che rimangono diano garanzia per i tre che si andranno al campo, ammonendoli che se i tre, anzichè dirigersi al campo scapperanno, i tre rimasti sconteranno la fuga dei colleghi con l'impiccagione. Cerchi di sapere se qualcuno di lì si è portato nel campo nemico e se vi è chi ha rapporti con il nemico. Insiste, infine, che a Manerbio venga mandato quel tanto di farina che ancora manca alle duecento staia convenute.

[ 332r] Iohanni Pilizario, vicario Senighe.
Havemo recevute due tue lettere et inteso quello ne scrivi. Ale quale respondendo, primo, ala parte de Petro Schiano, venuto da l(à) deli nemici, quale ha receptato lì, et la provisione glie hai facta, ne piace et de tucto te conmendiamo, così vogli provedere ne l'advenire vel per quello haverà ad star lì. Ala parte de quelli bestiami dici havere presi lì de quelli da Leno, li quali dici essere toi presoni, te dicemo ch'el ne pare tu non gli habbi durata tanta fatiga che merite tanto premio; siché, essendo prese lì nela terra, volimo non gli fazi novità alcuna, ma li teni sequextrati per modo non possano partirse perfino scriverimo altro. Ala parte deli sei balistreri Zenoesi sonno capitati lì, quali hai destenuto, ne piace et te ne conmendiamo, perché essi se partivano senza licentia del loro capitaneo; et così vogli ordinare che nisuno possa passare senza bollettino. Subito havuta questa, debi haver dicti balestreri et, volendo tre de loro obligarse che de loro vengano qua dal suo capitano et che quelli tre restaranno, (p)restino sicurtà de quelli tre che veneranno qua, darai licentia ad quelli tre de loro, che fra loro serrà deliberato, vegnano qui dal suo capitano, et li altri tre tenerai per modo non se possano partire fino non te scrivamo altro; ma advisarai molto bene quelli tre restarano che, se l'altri tre non veranno qui in campo et se presentino alo capitaneo d'essi balestreri, ad petitione del qual tenerai le balestre, nui li farrimo impiccare per la gola, ma quando non volessero promectere l'uno per l'altro, ce ne advisa, tenendoli per modo non possanno partirse senza nostra licentia. Ala parte che tu dici che quelli homini stano suso le ale et dele stranie parole usano et cetera, ti dicimo che non intendendo nui altro fundamento da questo facto, non sapemo como provederli. Pertanto ne pare, et così te caricamo, vogli intendere molto bene questo facto et vedere de sapere, per la via de qualche nostro amico et per quello modo te parerà, se alcuno de quella terra è stato in campo deli nemici et se li nimici hanno intelligentia alcuna in quella terra, usando in questo ogni diligentia et solicitudine et silentio et trovando de fundamento, ce ne advisa, che glie farremo provisione. Et vogli stare vigile et attento et sollicito ala bona guardia de quella terra dì et nocte, che scandolo alcuno non incorra perché, attendendo ala bona guardia, non bisogna dubitare d'altro. Ceterum nui siamo advisati da Manerbio che, de quelle ducento stara de farina doveve mandare là, non glie hai mandato se non 167 ad raxone de dui pesi et mezo per staro la farina aburattata et ad raxone de pesi tre il staro la non aburatata, siché vogli tenere modo de mandargli subito el resto fino in 200 stara, advisandote, como te havimo per altre scripto, che nui havimo scripto ad Stefanino Zacharia te la restituerà. Apud Calvisanum, xxiii octobris 1452.
Zanectus.
Cichus.