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1418. Francesco Sforza a Lorenzo da Vimercate (1452 ottobre 25 "apud Calvisanum").

Francesco Sforza dice a Lorenzo da Vimercate, provvisionato di Farfengo, che ha fatto bene a informarlo dei fanti e cavalli giunti agli Orci e dei provveditori che vanno nel Lodigiano; continui a tenerlo informato. Lo rassicura d'aver scritto al referendario di Cremona per il sale di cui necessitano gli uomini di Farfengo: lo mandi a prendere. Il mercante dal'Orci può andare lì con tre some di panno, ma quanto a concedergli licenza, occorre che se ne sappia il nome e per quanti giorni gli occorre, oltre a essere informato che non sia una persona che porta guai. Quanto alla licenza per le vettovaglie il duca dice che ne hanno in abbondanza.

Laurentio de Vicomercato, provisionato Farfenghi.
Veduto quanto ne scrivi de quelli fanti et cavalli gionti ali Orci et deli proveditori, va in Lodesana ad levare quelle gente sonno là. Non occorre ale dicte parte farte altra resposta, se non che hai facto bene ad avisarcene, et così sentendo altro, ce ne avisa. Circha la parte del sale hanno de bisogno quelli homini per loro uso, ecco scrivemo per l'alligata al nostro referendario de Cremona faccia ne possino torre lì, siché li potrai dire (a) mandino ad Cremona per esso cum la nostra lettera. Semo contenti che quello mercatante da l'Orci possa venire lì cum quelle tre some de panno, como scrivi. Ma ad ciò se possa far la licentia, manderay per scripto ad ser Andrea da Foligni, nostro cancellario, il suo nome et per quanti dì bisogna, havendo advertentia non sia il predicto persona de commettere scandalo. Dele victualie non te vogliamo concedere licentia, perché sapemo ben ne hanno lì ad sufficentia quelli homini per loro uso: pur, quando gli ne manchasse, sempre glila concederimo. Deli guastatori de bisogno, habbiano patientia. Data ut supra.
Idem Andreas.

(a) Segue ne depennato.