Registro n. 7 precedente | 1425 di 2129 | successivo
1425. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo 1452 ottobre 25 "apud Calvisanum".
Francesco Sforza chiede ad Antonio da Trezzo di intervenire presso il duca modenese perché faccia a lui (Sforza) la promessa fatta ai Cotignolesi di rimuovere i due piedi di chiusa quando generassero detrimento a detti uomini. Siccome l'Estense che nel frattempo chiede mille corbe di frumento da mandare a Bagnocavallo, ha promeso a detti uomini che, se lo faranno, rimetterà loro ogni condanna e ogni altra gravezza, chieda che tale gravezza sia tolta. Aggiunge la richiesta che gli uomini di lì, che già assolvono l'obbligo di contribuire ai carichi locali, non siano costretti, se hanno beni a Bagnocavallo o Balbiano a contribuire pure là. Chiede ad Antonio di interessarsi dei problemi degli uomini di Cotignola in modo da provvedervi direttamente.
Antonio de Trecio.
Antonio, l'è stato da nui Simone da Cotignola et hane dicto per parte de quella comunità, como quello illustre signore duca li ha rechiesti da voler far dui pedi de chiusa sopra una roza de Cotignola, sive del territorio suo, cum promissione de desfarla quando generasse preiuditio o detrimento alcuno ali dicti homini, et etiam cum multe altre oblatione larghe et ampie de tractarle bene in l'altre cose. Et perché li dicti homini serriano più contenti che questa oblatione sive promessa, quale debbe fare la signoria sua de desfar li dicti pedi quando fesseno [
337r]
preiuditio o detrimento alcuno, como è dicto, se facesse piutosto ad nui che a loro, scrivemo per l'alligata ala signoria soa che ne voglia avisare de tal promessa et haver recomandati li dicti homini in tucte l'altre cose. Perhò volemo faci instantia che cusì se faccia. Et perché se dice che la signoria soa disse alli dicti homini da Cotognola che lassandoli fare li dicti pedi de chiusa, gli remetteria ogni condannatione et altra graveza et addesso gli domanda mille corbe de frumento da mandare a Bagnacavallo, volemo fazi ogni opera et instantia perché non glie sia data questa graveza, intendendote cum essi da Cotignola et servando ogni modo at via perché cusì se faza. Perché etiamdio sonno alcuni homini habitanti de Cotognola, quali hanno soi beni ad Bagnacavallo et Balbiano per li quali beni voleno esser astrecti ali carighi occurrenti, nonobstante che paghino ad Cotignola, volemo similmente fazi opera non siano gravati per li dicti carighi, ma siano tractati como sonno tractati per lo passato in questo et in ogni altra cosa, como siamo certi farrai, comettendote addesso per sempre, che, venendo alchuno per soe facende, vogli esser in loro favore senza expectare che venganno da nui et che nui te ne scrivamo. Et anchi non venendo, et possendoli zohare in alcune cose, volemo lo fazi. Postremo volemo che fazi ogni opera che quello signore faza ad nui quella promessa de dui pedi de chiusa prima che se proceda al lavoro, perché, seguendone detrimento alcuno, piutosto li farrà desfare, havendo promesso a nui (a) che havendo promesso ad loro homini. Calvisanum, xxv octobris 1452.
Irius.
Cichus.