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1428. Francesco Sforza all'ufficiale di Seniga (1452) ottobre 26 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza scrive all'ufficiale di Seniga di aver espresso ai condottieri il suo rincrescimento per il progressivo degrado delle case. Se scoprisse qualcuno che lo favorisce, lo pigli e lo rinchiuda nel castello intendendo dargli un'esemplare punizione. Nel frattempo egli solleciti i lavori e faccia che non manchino carri e uomini.

[ 338r] Offitiali Senighe.
Havemo inteso li danni se fanno lì in le stanzie de quel burgo, del che ne havemo preso tanto despiacer quanto de cosa potessemo sentire, perché non manco ne recressce el male de quelli nostri homini quanto a loro proprii. Pertanto havemo scripto ad quelli nostri conducteri che sonno lì, in forma siamo certi gli provederano, et ad bella posta mandamo là per questa casone il nostro trombetta, portatore de questo. Tu ancora se vederai nisuno saccomanno che guaste nisuna de dicte stantie, vedi de pigliarlo et metterlo lì in castello et advisane subito, perché daremo tal demostratione che ogniuno intenderà ne recresse che quelli homini habiano male. Solicita quelli lavorerii et fa che dal canto tuo non glie manche né carra, né homini. Apud Calvisanum, xxvi octobris (1452).
Ser Iacobus.
Iohannes.