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1448. Francesco Sforza a Cristoforo Torelli e a Bernabò Sanseverino 1452 ottobre 27 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza comunica a Cristoforo Torelli e a Bernabò Sanseverino d'essere informato che in serata o in nottata Giacomo Piccinino e altre genti nemiche cavalcheranno alla volta di Manerbio. Stiano ben accorti e mandino fuori spie che sorveglino i movimenti nemici e spie che vadano in campo e riferiscano sul numero dei partecipanti alla cavalcata e chi sono i condottieri.

Comiti Christoforo Torello et Bernabovi de Sancto Severino.
Perché siamo advisati che questa sera, overo questa notte, denno cavalcare el conte Iacomo et certe altre genti inimiche, quale, havemo per spia, che denno venire lì ad Manerbio per volerve fare qualche cose, de che ve dicimo che voliate stare proveduti, vigili et attenti, et così voliate mandare fora dele scolte, quale siano intendente et scorte et che stiano attente et vigile ad sentire li progressi hostili. Et per lo simile vogliate mandare dele spie nel campo loro, et sieno persone sentite, amonendole che ve avisamo (a) de quanto sentiranno, et del numero dele gente che cavalcano, et quali conducteri sonno, perché porria esser che, havendo vui dicto aviso et venendogli, glie porreste fare vergogna et manchamento, et havereste grande honore. Siché vogliate mò deportarve mo' talmente che non recevate né danno, né vergogna et che habiate honore, como credemo che farrete. Et tucte queste cose havemo dicto ancora ad bocha ad Bressanino, portator de queste. Apud Calvisanum, xxvii octobris 1452.
Iohannes de Ulesis.
Cichus.

(a) Così A.