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1452. Francesco Sforza ad Antonio Trecco 1452 ottobre 27 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza, su richiesta di Mariano da Calabria, vuole che Antonio Trecco addebiti al duca venti ducati d'oro, corrispondenti al debito che il prefato squadriero ducale Mariano da Calabria ha con Antonio e con Bartolomeo Varolo. Antonio, che restituirà a Mariano il pegno datogli, si trattenga la somma che gli spetta e il rimanente lo dia a Bartolomeo.

Antonio Treccho.
Mariano de Calabria, nostro squadrero, ne dice esser tuo debitore et de Bartholomeo Varolo, nostro cittadino lì, per robbe havute da tucti et dui de vinti dui ducati d'oro et in oro, videlicet ducati 22 auri e in auro, et cum grande instantia ne ha pregato vogliamo pagarli dicto debito. Il perché siamo contenti et volemo debbi ponere ad nostro conto dicti ducati xxii d'oro, retenendo per ti quelli di quali esso Mariano è tuo debitore et lo resto, fino alla summa de dicti ducati 22 dessi (a) ad Bartholomeo predicto, restituendo anchora ad Mariano certo suo pegno, quale lui ne dice tu hai appresso de ti per secureza d'essi denari. Et adciò credi questa essere nostra intentione, havemo soctoscripta la presente de nostra manu propria. Apud Calvisanum, xxvii octobris 1452.
Iacobus Bochacius.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.
Duplicata die xi novembris, ut supra.

(a) dessi in interlinea.