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1475. Francesco Sforza a Francesco da Pesaro 1452 ottobre 29 apud Calvisanum.

Francesco Sforza assicura Francesco da Pesaro, commissario di Pratalboino, che farà di tutto per tovare i delinquenti che hanno ferito dei balestrieri genovesi. Dispiaciuto, poi, per il cattivo raccolto del fieno e dello strame, gli ordina di non lasciar toccare né fieno né strame.

Francesco de Pisauro, comissario Pratalboini.
Havemo recevuta la toa lettera et inteso quanto ne scrivi de quelli nostri balestreri zenoesi che sono feriti, dicimo, respondendo, hai facto bene ad avisarne, perché farimo opera de attrovare li malfactori et farimoli fare debita punitione. Ala parte de quello feno et strame se ne faccia captiva masereza, dicemo che multo se maravegliamo de questo, perché, como tu sai, che per altre nostre che havemo scripto, nostra intentione non è che tu lassi movere pur uno filo de strame, siché da mò (a) te replicamo che non lassi torre feno né strame alcuno da persona veruna, e sia chi se voglia, altramente se lamentarimo de ti. Et vede non preterire questa nostra voluntà per quanto hai cara la gratia nostra. Apud Calvisanum, xxviiii octobris 1452.
Bonifatius.
Cichus.

(a) Segue innanzi depennato.