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1496. Francesco Sforza al comune e agli uomini di Carpenetolo 1452 (ottobre 30) apud Calvisanum.

Francesco Sforza precisa al comune e agli uomini di Carpenetolo quanto ha scritto loro in muto del conte Giacomo che ha mandato nella notte più di duecento persone tra uomini d'arme, schioppettieri e balestrieri per attaccare Asola, ma, assaliti dagli sforzeschi quand'ancora erano ad Acquafredda, fecero prigionieri gran parte di loro e, tre essi, Palamone da Martinengo loro caposquadra. Lo Sforza dice che gli piace quanto fatto da loro con frasche e letame e spera che parecchi guastatori andrano lì per completare tale opera.

Comuni et hominibus Carpanetoli.
Inteso quanto ne havite scripto del muto del conte Iacomo che è preso li et de quanto havete compreso per segnali a facti del'andata del conte suprascripto, et cetera, dicemo havete facto bene ad avisarce et ve ne comendiamo assay, ma per chiareza vostra non è stato el conte Iacomo che sia passato, è ben vero che, mandando lui questa nocte circa ducento persone et più tra homini d'arme et schioppitteri et balestreri per intrare in Asula, et havendone nuy notitia, gli mandassemo alcuni de nostri ad assaltarli, li quali, trovandoli de sotto da Aquafredda, haveno ad fare cum loro et li rompeno et presene una gran parte et de homini d'arme et de balestreri et schioppiteri et, fra l'altri, hanno preso Palamone da Martinengo, capo de squadra, et queste sono le gente a Cignava el mutto (dice) esser passate, perché lui era cum loro. del'aparachiamento fate de frasche et letame ne piace multo, et siamo certi che, al'havuta de questa, seranno venuti lì assay bono numero de guastatori per fare quella opera, siché anche vui dal canto vostro glie dati ogni aiuto possibile perché questa se fornisca. Dele menaccie fanno li nemici, questo è suo costume, ma datene bona voglia che gli farimo scordare la scrima et presto. Fate pur vui le bone vedette che non siate colti improvisti, et dela forza ve defenderimo noi. Apud Calvisanum, xxx (octobris) 1452.
Iohannes Chiapanus.
Cichus.