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1501. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 ottobre 31 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza dice al podestà di Cremona che i fanti che sequestrarono le bestie cariche di sale, consegnarono ogni cosa agli ufficiali di Cremona. Vuole che detti ufficiali consegnino ogni cosa sequestrata a chi trasportava tale merce, ignorando il divieto esistente.

Potesta(ti) Cremone.
Nonobstante quanto ve habiamo scripto per un'altra del dato de heri essere lo facto dele bestie cariche, tolte cum lo sale alli homini nostri de Cigoli, ve dicimo che quelli fanti nostri che pigliarono dicte bestie ne hanno dicto che loro el consignarono ad certi offitiali de Cremona, deputati sopra le frosatione et così lo sale. Pertanto, consyderato che li dicti homini non sapevano deli ordeni, né decreti sopra ciò, et per questa casone glie habiamo perdonato per questa volta, tanto volimo che habiate bona informatione de ciò, et trovando che li dicti offitiali habiano havute le dicte bestie cariche, como havimo dicto, fareti restituire ogni cosa ali dicti homini liberamente, che non glie manche niente, senza exceptione et contradictione alcuna, advisandove che li dicti fanti che le pigliarono dicono che loro non ne hebeno cosa alcuna, ma che tucto fo consegnato (a) esso offitiali. Apud Calvisanum, ultimo octobris 1452.
Persanctes.
Cichus.

(a) Segue alli depennato.