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1507. Francesco Sforza a Troyolo Arcamono 1452 novembre 1 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza ordina allo squadrero Troyolo Arcamono che, dati i continui lamenti degli uomini del luogo e i danni al fieno, bestiame e altre cose provocati dai soldati e, considerata la sua incapacità di tenerli a freno, si trasferisca con detti soldati e cavalli dentro il borgo.

Strenuo viro Troyolo Arcamono, squatrerio nostro diletto.
Troyolo, per li continui rencrescimenti et damni che fanno quelli soldati da cavallo, allogiati dentro quella terra ali homini d'essa terra, volemo che, remossa ogni caxone et exceptione, tu te levi cum tucti li dicti cavalli, quali tu hay in governo de dentro la terrra et vadi a stare nello borgo dove stanno li altri. Et in questo non sia fallo, da poy che tu non say far tanto che a quelli homini non sia facto damno nì rencrescimento ali loro feni et bestiame et le altre loro cose, perché, se fusseno deportati honestamente, como deveriano, li dicti homini li teneriano dentro volentieri, como tengono lì fanti e balestreri. Data apud Calvisanum, die primo novembris 1452.
Iohannes.