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151. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino 1452 gennaio 31 Milano.

Francesco Sforza scrive a Giovanni da Tolentino, luogotenente di Cremona, che, a parte la prima lettera sulla falsificazione, su quell'altra, circa le biade del Cremonese, vuole che s'intenda con Angelo Lombardo per la sistemazione di "tucte le biade che sonno in le ville" in Cremona e nelle terre murate.

[ 40r] Domino Iohanni de Tholentino, locuntenenti Cremone.
Inteso quanto ne haviti scripto per due vostre lettere date a xxviii del presente, quanto a l'una, che fa mentione della falsificatione della lettera, et cetera, non ce accade altra resposta, perché venendo el padre del zovene saperemo che fare; a l'altra deli advisi, ve ne commendiamo, et perché ne recordati il facto delle biade che sonno in Cremonese, scrivimo ad Angelo Lombardo che se debia intendere cum vuy et far redurre in Cremona, overo in le terre murate et forte tucte le biade che sonno in le ville, siché, intendendovi seco, vogliati (a) provederli come serà de bisongnio et cum ogni presteza et cellerità possibile. Circha el provedere ad quelle due porte, ce referimo ad quello ve havimo scripto per altre, cio(è) che Lione da Cotignola resti ala porta dela Mosa et Augustino da Petrasancta stia alla guardia de porta San Michele.
Data Mediolani, die ultimo ianuarii 1452.
Et perché forsi haveriti questa lettera primo che l'altra, volimo che lassati Lione da Cotignola alla porta dela Mosa et gli dicati che quando serà fornito de compagni voglia vinir da nuy, perché gli providirimo de dinari; l'altro Augustino da Petrasancta volimo mettiati in la guardia dela porta de San Michele.
Data ut supra.

(a) In A vogliatili con li finale depennato.