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1544. Francesco Sforza a Manfredo da Forlì e a Perino Arcamono (1452 novembre 7 "apud Calvisanum").

Francesco Sforza scrive a Manfredo da Forlì e a Perino Arcamono che, ritornato Giacomo d'Arquata con i suoi, licenzino le cernede che sono a Manerbio non necessitando più le loro prestazioni. Per quanto avvenuto a Bordellano, il duca si dice contento che Perino sia stato mandato là per dar immediatamente corso all'opera di riparazione dei danni.

Manfredo de Forlivio et Perino Archamono.
Habiamo inteso quanto per vostra lettera ne scrivite del'havere mandato le cernede ad Manerbio et di quilli sono lì, et cetera. Dicimo che mò, como sia tornato lì Iacomo d'Arquata cum tucti li soi, debiate licentiare dicte cernede: facte che retornino ad casa loro, perché più per el presente non bisogna el servigio loro; et exhinde attenderite ala conservatione et governo de quella nostra terra, siché non li possa intervenire veruno manchamento. Ala parte de palagato et muro cascato ad Bordellano non restiamo advisati et ne piace che tu, Perino, sii andato là per fare reparare: circ'al che te carichamo non perdi tempo veruno. Ut supra.
L'alligata mandarai al dicto Perino tu Manfredo.
Bonifacius.
Cichus.