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1561. Francesco Sforza al referendario di Cremona 1452 novembre 8 "apud Calvisanum.

Francesco Sforza vuole che il referendario di Cremona ammonisca i dazieri di non molestare Battista Arluno che porta vettovaglie in campo e ribadisca la generalità del valore di quanto, in materia, ordinato con gride e con lettere; le disposizioni valgono per i dazieri dele "grasse" come per tutti gli altri.

[ 382r] Referendario Cremone.
Ce recordiamo havere scripto addì v del mese proximo passato per nostre lettere, date apud Lenum, che havendo nui ordinato cussì per nostre lettere como per cride prefate che qualunche persona potesse condure al nostro felice exercito ogni victualia de qualuncha maynera senza datio aut gabella, ne meravigliamo che ad Baptista d'Arluno, nostro cittadino cremonese, fosse dato impazo alcuno per victualie, de qual manera se sia, habia menato in campo, cossì per li datieri dela grassa como per li altri: et ben doveressi tu intendere che simile lettere, ordini et gride se intendino generalmente per tucti li datieri et non solum per li datieri dele grasse. Et pertanto te dicimo et commettimo che, senza più replicatione de nostre lettere, tu debbi intenderte essi ordini et cride generali doverse observare per ogni homo et a fare che al dicto Baptista non sia dato alcuno impazo né molestia per pagamento de datio de victualia alcuna, de qual maniera se voglia, quale habia menato o sia per menare in campo como havemo dicto facendo revocare ogni novità qual glie fosse facta per caxione sopradicta. Apud Calvisanum, viii novembris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.