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1574. Francesco Sforza al referendario di Cremona 1452 novembre 9 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza vuole che il commissario di Cremona chiami presso sè i dazieri e gli ricordi che non è giusto né onesto che qaualsiasi cosa presa per uso del duca o dell'esercito paghi dazio; quindi non ha senso la loro richiesta in tal senso per i panni dati l'anno precedente alla gente d'arme ducale. Se avessero di che lamentarsi, vadano dai Maestri delle entrate.

Referendario Cremone.
Sentemo che li datieri de quella città nostra rechedeno la satisfactione per lo datio deli panni che dispensassemo questo anno passato fra la nostra gente d'arme, et perché non è iusto, né honesto, né mai fo usanza che cosa alcuna, quale se expendesse per uso nostro, overo del nostro exercito, pagasse datione, spesa alcuna, te caricamo et commettemo che habi da te dicti datieri et allegandoli quelle raxone te pareranno gli conforti et induche ad havere patientia et non rechedere simile datio, perché, como è dicto, non è iusto, né honesto, né mai fo usanza che simile cose, quale sonno spese per uso del nostro exercito, pagasseno datio, né cosa alcuna. Et se de questo se sentesseno gravati, gli dirai che vadanno dali nostri Magistri dele intrate, perché glie serrà ministrata raxone. Apud Calvisanum, viiii novembris 1452.
Nicolaus.
Cichus.