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158. Francesco Sforza ad Angelo da Caposilvis (1452 febbraio 2 Milano).

Francesco Sforza vuole che Angelo da Caposilvis, con somma segretezza, catturi Carlo da Lupo e cerchi, sempre in tutta secretezza di prendere gli altri uomini d'arme. Andando a Cremona chieda a Giovanni da Tolentino (cui egli scriverà) di prestargli aiuto per la grossa retata. Dirà a Framuco che il duca gradisce che egli non sia andato là.

Poliza.
Angelo, tu vederay quello nuy te scrivimo per la lettera del facto de Carlo da Lugo che debbi andarlo ad prendere, siché subito gli andaray, et per excuxatione de Framucho, poray mostrare la lettera che nuy te scrivimo ad Carlo, ma in questo bisongna te porti saviamente che quilli altri homini d'armi non vinissero ad sentire della presa de Carlo, perché como lo sentissero se ne andariano cum Dio. Andaray adoncha, subito havuta questa, tu im persona quanto più secretamente sia possibile ad pigliar Carlo et lo conduray che nissuno ne sapia niente ad Casal Maiore, et, subito che l'haveray preso, teni modo de saper da luy quali sonno quelli homini d'armi se doviano fuzire cum luy cum quello bon modo parerà ad ti, et como sappi lo nome de quelli octo homini d'armi, subito senza alcuna dilactione teni modo siano presi et destinuti, intendendote cum misser Iohanni da Tholentino, se dovessi bene andare ad Cremona, siché per ogni modo siano presi. Ma questo bisongna far secretamente et presto, cussì ad pigliar Carlo como ad pigliar quilli altri homini d'armi che non v(e)nissero ad sentirne niente. Et de tucto ne responderay come haveray facto. Ad Framucho diray ch'el ne piace che non sia andato là et de luy remanimo ben contenti, et scrivimo ad misser Iohanni da Tholentino se intenda cum ti ad pigliar questi homini d'armi. Data ut in litteris.
Cichus.