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1608. Francesco Sforza al referendario e al tesoriere di Cremona 1452 novembre 13 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza scrive al referendario e al tesoriere di Cremona che intende fornire con il suo sale le terre bresciane acquistate; ne fissa il prezzo a nove denari la libbra cremonese. Intende fare una canepa a Seniga per cui vuole che mandino a cercare un luogo adatto ove siano mandati dieci o dodici carri di sale. Un uomo di Gottolengo, Iorio del Moro, pratico e fedele si è profferto per l'amministrazione e la dispensa del sale; andrà da loro e consegnerà il danaro per il sale che bisognerà per l'esercizio del nuovo ufficio. Siccome nel territorio prospera il contrabbando di tale merce, impone loro di disporre che nei passi dell'Oglio non si lasci passare sale e tale ordine si faccia nei passi del Po, volendo che il sale sia condotto da Pontremoli.

[ 390v] Referendario et thexaurario Cremone.
Voy sapete de quanta utilità è al stato nostro el facto del sale. Et perché deliberamo dare del sale nostro ale terre de Bressana acquistate, et gli lo voriamo dare immo che non habiano casone de gravarse, perché loro prima andavano ad torre del sale ad Bressa, ove l'haveriano per sei denari (a) la libra, deliberamo nui darglila per nove dinari la libra cremonese. Perhò ne pare che debiate fare una canepa de sale ad Seniga per darne alle prefate terre de Bressana. Et ex nunc mandiate lì ad appostare et trovare uno loco dove se possa fare la dicta canepa et, facto questo, glie mandate x o xii carra de sale, et sic successivemente del'altro, secundo ch'el se dispenserà. Et faciate la electione de uno homo valente et pratico, quale habia la cura del'amministratione et dispensatione del dicto sale et faza la residentia soa lì ad Seniga. Et in questo non perdiate tempo alcuno per bene del'intrate nostre. Et essendone mettuto innanzi (b) uno zentile homo da Gottolengo, chiamato Iorio del Moro, homo dabene, pratico, fidele et sufficiente, quali s'è offerto ad questa impresa, lodiamo et siamo contenti lo deputati ad questo offitio et venerà lì ad intenderse cum voy per questa casione et vi dirrà la quantità del sale gli bisognarà. Et deinde ve consignarà li denari del sale glie darrete, et perché intendiamo che in queste terre de Bressana se conduce continuamente del sale frosato in preiuditio dele intrate nostre, per obviare ad questo volemo che subito scrivate et ordinate ad tucti li passi de Oglio, como è ad Bordellano, ad Pontevico, ad Hostiano et altroe, che non se ne lasse passare nì pocho, nì assay, advisandove che nuy confirmaremo tucti li ordeni che farete circa de ciò. Et scriveremo per tucto como serrà expediente per observantia deli dicti ordini ; simili ordeni volemo mettiate alli passi de Po, perché intendiamo ch'el dicto sale se conduce da Pontremulo in qua. Ex castris apud Calvisanum, xiii novembris 1452.
Irius.
Cichus.

(a) denati ripetuto.
(b) Segue ad Antonello depennato.