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1611. Francesco Sforza al commissario di Pizzighettone 1452 novembre 14 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza ricorda al commissario di Pizzighettone che, in seguito alle lamentele di Tonino de Marcisi, abitante a Castelleone, per l'arresto del suo compagno Comino che, con licenza ducale, trasportava del ferro, gli aveva ordinato di liberare detto Comino e restituirgli la cavalla sequestrata. Il che non è avvenuto, per cui gli rinnova la disposizione.

Comissario Pizleonis.
Nui te scripsemo per altre nostre, date a dì v del presente, che Tonino de Marcisi, habitatore de Castellione, se era lamentato ad nui che, fazando condure sotto una nostra licentia da uno Comino, suo compagno, una cavallata de ferro, havevi destenuto esso Comino et toltogli la cavalla. Et perché dicto Comino haveva la nostra licentia, te scripsemo lo doveste relassare et restituire la sua cavalla senza exceptione alcuna. Et non pare l'habii voluto fare, anzi, lassiamo stare che non habii obbedito le nostre lettere, ma pare che oltra habie facto destenere el dicto Comino, portatore dele prime, la qual cosa havemo havuto ad gran despiacere, et molestia et se pur glie havive casone niguna de non lassare el primo, ne dovevi subito advisare nuy et non destenere quel'altro. Per il che nui te scrivemo et comandemo che, vista la presente, debbii relassare et l'uno et l'altro cum ogni cosa del suo, fazando per forma non habiamo ad sentire più querela de queste cose, perché se trovaressemo malcontenti. Apud Calvisanum, xiiii novembris 1452.
Iohannes.