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1616. Francesco Sforza a Galeotto da Sanseverino 1452 novembris 14 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza vuole che Galeotto da Sanseverino chiami a sé il famiglio del compagno di Pietro Maria che, dopo avergli rubato un cavallo, se ne fuggì e riparò presso di lui vendendo poi il cavallo nel Parmense. Galeotto induca il fuggitivo a risarcire il derubato o, negando il furto, si sottoponga a confronto.

[ 392r] Galeocto de Sancto Sovereno.
Ne dice el spectabile Petro Maria che l'altro dì glie fo furato ad uno suo compagno [Leonardo] uno suo cavallo et che, inmediate ch'el gli fo furato, uno fameglio d'esso Leonardo glie domandò licentia et se partì da luy et vene ad stare cum sì, et che da poi è informato ch'el dicto fameglio, insieme cum uno tuo, sono quelli che gli furono el cavallo et che l'hanno venduto in Parmesana. Il perché volemo che, veduta questa, habi da te el dicto fameglio et che, o veramente satisfaza ad esso Leonardo el prezo et valuta del suo cavallo, overo, negando non l'havere havuto, ch'el venga al paragone. Apud Calvisanum, xiiii novembris 1452.
Cichus.