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1627. Francesco Sforza ai castellani di Cremona 1452 novembre 17 "ex Gambara".

Francesco Sforza dice ai castellani di Cremona che manda loro Pietro da Pavia che vuole tengano nella parte inferiore del castello, con l'avvertenza che, non essendo prigioniero, lo trattino con cortesia, curando però che non possa darsi alla fuga; viene lì rinchiuso quale elemento di scambio di due figlioli di due ricchissimi gentiluomini di Calvisano che sono trattenuti a Brescia. Il duca gradisce che gli lascino scrivere lettere, che leggeranno, a Brescia o al provveditore del campo perché vengano rilasciati quelli di Calvisano e lui.

Castellanis Cremone.
Mandiamo là Pietro da Pavia, presente portatore, qual volimo tegnate lì nel castello, cioè nele parte de socto et non de sopra, tenendoli continuo, quando vorrà andare per lo castello, uno in compagnia, perché non possa fare fuga. Et volimo glie faziate carezze et honore et bon tractamento, perché luy non è presone per male alcuno che luy habia facto, né per altra casone, ma per scambio de fioli duy de doy gentilhomini da Calvisano richissimi, quali sonno retenuti ad Bressa. Ma non voressemo che per cosa alcuna del mondo se ne fugisse, perché serria grandissimo preiuditio al stato nostro. Sichè, fatili careze et honore, ma lo guardate bene che ne lo sapiate reassignare quando mandaremo per esso. Et quando luy volesse scrivere ad Bressa o al proveditore del campo per la relassatione de quelli da Calvisano, perché sia relassato luy, siamo contenti, ma che voy vedate et legiate le lettere quando le vorrà mandare, avisandone del receputo de queste. Ex Gambara, xvii novembris 1452.
Cichus.