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1630. Francesco Sforza al podestà di Cremona (1452 novembre 17 "ex Gambara").

Francesco Sforza ricorda al podestà di Cremona che il defunto Giovanni Tegazo, squadrero di Bartolomeo Colleoni, era debitore del Colleoni di molto danaro. Siccome detto Giovanni ha lasciata beni in quella città, il condottiero manda lì Zanese, suo famiglio, cui vuole vengano consegnate le cose di Giovanni, pagando quanto si giurerà esser dovuto.

Potestati Cremone.
Zohan Tegazo, che fo squadrero del Magnifico Bartolomeo Colione, prima che spirasse de questa vita, era debitore d'esso Bartolomeo de bona quantità de dinari. Se trova che ha lassato tanta robba in quella città, così in pegno como altramenti, et manda lì el Zanese, suo fameglio presente exhibitore per questa casone sola. Perhò ve commettimo et volimo che ad ogni requesta del dicto Zanese gli debiate fare restituire et consignare tucte le robbe che forono del dicto Zohan Tegazo, et siano apresso chi se voglia, pagando lui tucto quello che zuravino dever havere sopra la dicta robba. Ex Gambara, ut supra.
Irius.
A margine: Duplicata die primo decembris cum addictione quod relaxare faciat dicta bona, non obstante aliquo sequestro de dictis bonis per quempiam facto, quia primo satisfactum esse convenit eidem Bartolomeo et deinde aliis si bona supererint.