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1653. Francesco Sforza all'ufficiale e agli uomini di Carpeneto 1452 novembre 19 "ex Gambara"

Francesco Sforza conferma all'ufficiale e agli uomini di Carpeneto di essere stato informato da Rainaldo de Bassi e da Iannuzo della gente d'arme alloggiata lì; a detta gente siano forniti pane e vino per quindici o venti giorni. In caso di bisogno il duca sollecita ad accogliere soldati, a cui provvederà poi con le tasse che imporrà nelle terre di là dall'Oglio, tasse con cui ripagherà anche gli ufficiali e i cittadini di Carpeneto.

[ 398v] Offitiali et hominibus Carpaneteli.
Nui havemo inteso quanto ad bocca ne ha referito Raynaldo de Bassi de quella terra per parte de voy homini et quanto ancora ne hay scripto ti, Iannuzo, per la toa lettera per lo facto de quelle gente d'arme alozate lì. Al che respondendove dicemo, como a bocca più largamente ve (a) dirrà dicto Raynaldo, per parte nostra che noy ve confortamo, pregamo et strengemo che ale dicte nostre gente d'arme vogliate subvenire del vivere loro, cioè del pane et del vino per fino ad xv o xx (b) dì, perché nuy ve avisamo et certificamo che ale dicte nostre gente d'arme loziate lì de presenti facemo provedere dele tasse loro in le nostre terre (c) de là da Oglio per lo vivere suo mensuale, dele quale taxe satisfaranno poy voy de tutto quello haveranno havuto da voy. Et quando loro fusseno negligenti ad pagare, nuy per questa ve promettemo che faremo retenere tante dele lor taxe ad vostro nome et petitione che restarite integramente satisfacty de tucto quello ve seranno debitori, et de questo ve date bona voglia. Anchora ve confortiamo, caricamo et strenzemo, quanto più possemo et sapemo che, occorendo caso et bisogno, che ale dicte nostre gente d'arme fusse bisogno per la salute loro redurse in la terra et forteza vostra, che le voliate senza alcuna contradictione metterle dentro et tenerli fino tanto che senza loro periculo possano stare de fora in lo borgo nel loro logiamento, li quali sono certiximo se deporteranno honestissimamente cum voy, certificandove adpresso che de tucti questi affanni et disconzi durate per noi et lo stato nostro, speramo cum el tempo farvene tal remuneratione et restauro che meritamente sempre de noy ve chiamarite non solo contenti, ma contentissimi. Ex Gambara, xviiii novembris 1452.
Ale dicte nostre gente haverite, provederite de feno per li loro cavalli vivi solamente, el qual feno, como è dicto, tucto ve serrà pagato. Data ut supra.
Iohannes.

(a) Segue referirà depennato
(b) v di xxv appare depennato
(c) terre è soprascritto a gente depennato