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1687. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo 1452 novembre 20 "apud Gambaram".

Francesco Sforza risponde ad Antonio da Trezzo che sulle promesse di Cristoforo da Carcano è bene tacere. Quanto alla chiusa che il duca di Modena vuole fare a Cotignola, si attenga a ciò che Borso gli ha detto. Vuole che Antonio convinca il duca di Modena a non fare la richiesta di mille corbe di frumento e a non costringere detti uomini a pagare carichi per i beni che hanno a Barbiano. Per la sfida lanciata ai Veneziani di andare in campo aperto a Montichiari e di quello che ne è seguito, lo Sforza vuole si solleciti Borso d'Este a giudicare il comportamento dei Veneziani. Ringrazia Malatesta per quanto gli ha comunicato sul fatto di Pesaro e lo assicuri che ha scritto a Gracino da Pescarolo per le tre botticelle di vino. Al vescovo di Modena suggerisce di andare direttamente a Roma; contatti Nicodemo che gli esporrà quello che desidera sia detto al papa.Lo Sforza invita poi Antonio a dissuadere l'Estense a far posto all'università di Ferrara a Giacomo dal Pozzo, famoso dottore, e consegni a Pozzo la lettera che gli allega.

[ 403v] Antonio de Trecio.
Antonio, veduto quello ne hay scripto per tre lettere toe, date le doe a viiii et l'altra a xiiii del presente, responderemo ad tucte le parte. Et primo, al facto dele secureze et promesse che domanda Christoforo da Carcano per quelle doe facende, dicemo che non volemo se ne facerà alcuna, neanchi volemo attendere ad quelle pratiche, perchè ne pareno ficte et simulate, senza fundamento alcuno et comprehendiamo che se fanno solamente per metterne in sospecto li nostri proprii et quelli che ne sonno più fidati, como pare (a) ancora a ti. Siché metterai silentio a questa pratica et respondi a l'amico in la forma te parerà honesta et conveniente, perché in questa pratica non glie comprendiamo nulla de buono. Ala parte dela chiusa, che vorria fare quello illustre signore duca sul teritorio de Cotignola, restiamo advisati de quello ne scrivi; et perché la signoria soa ne ha scripto de questo medesimo et have promesso de desfare la dicta chiusa ogni fiata che desso preiuditio ali homini de Cotignola, et noy restiamo contenti dela dicta promessa: non ce accade dire altro per respecto ad questa parte. Solamente volemo regratii la signoria soa per nostra parte che la sia contenta liberare li homini de Cotignola dela graveza dele (b) mille corbe de frumento rechieste, et la confortaray et pregaray per nostra parte non voglia lassare astrengere essi homini da Cotignola ad contribuire ali carichi occurrenti per li beni che hanno sul territorio de Barbiano più como habiano contribuito per lo passato, immo non siano in pezore conditione che siano stati fino a qui, como siamo perhò certi sia intentione dela signoria soa, usando in questo facto ogni diligentia toa, che dicti homini non siano più de questo molestati. El facto dela rechiesta facta per noy al governatore et capitanei et proveditore dela signoria de volere havere ad fare seco sula campagna de Montechiaro et dela resposta che ne (c) dedino et dela cosa como l'è sequita e passato in la forma che te scripsemo, et scrivano loro como se voglino che la verità sta in suo loco, perchè l'è cossì manifesto nel loro campo e nel nostro como la cosa è passata et per chi è mancato, che non se pono abscondere. Et perché sapevamo che scriveriano simile cose contra ogni verità, per questa sola casone rechedessemo quello signore volesse mandare qua uno de soy ad vedere questo facto, perchè eramo certi che luy refereria la verità et soa signoria iudicaria se Venetiani hanno casone et raxione de scrivere simile frasche, recordandote che quella sira medesma, che se dovevamo trovare insieme sula campagna, essendo retornati ad casa li nemici, ne scripseno in lettera de simile effecto et noi glie rescripsamo, (d) como intenderay per la copia qui inclusa, quale erevamo ben certi che non mandariano. El magnifico signore Malatesta, volemo per nostra parte regratie quanto più cordialmente poderay deli avisi, ch'el te ha dati del facto de Pesaro et dela pratica de quello amico; et circa de ciò non dicimo altro se non che lo vogli confortare et pregare ch'el te voglia avisare s'el sentirà alcune cosa più oltra dela pratica de quello amico, perchè al facto de Pesaro vederemo de provedere noy in forma passarà bene. [ 404r] El vino Cisolo che desydera de bevere, havemo scripto a Gracino da Piscarolo in Pavia ch'el ne voglia raccatare tre vasselli et mandarteli ad Ferrara. Venendo addoncha lo dicto vino, voglilo presentare overo mandare ad nome nostro al prefato signore Malatesta. La licentia per lo vino de domino (e) Zohan Marco te mandamo qui alligata. Ala parte de monsignore vescovo de Modena, ne recresce ch'el sia suspecto senza casone, et perchè la signoria soa ne scrive de questo (f) et dice de venire de qua cum noy o de andare ad Roma, glie scrivimo el parere nostro de l'andare piutosto ad Roma che venire de qua, perchè venendo de qua cresceria in maior suspecto de Venetiani et noy non siamo in acto de poterlo al presente adoperarlo de qua, ove che, andando ad Roma starà lì senza suspecto, serrà in loco honorevele et cum el tempo gli faremo dele commissione che glie serano utile et honerevele. Perhò volemo avise la signoria soa de questo nostro parere et la conforti ad andare ad Roma et ad ciò para glie vada per qualche cosa. Tu gli mandaray le lettere allligate ale presente et lo confortaray che prima facia capo ad Nicodemo, al quale scrivemo che glie debbia dare instructione de qualche cosa ch'el habia ad referire ala santità de nostro Signore et cossì ali cardinali (g), ali quali scrivemo lettere de credenza in sua persona, perché cum questa via parerà che gli sia andato per qualche nostra facenda, et cossì venerà ad havere introductione in corte, et parerà gli sia andato per nostre fazende. Scrivemo bene ancora noy alla signoria soa de questo nostro parere. Pur perché tu ne hay scripto in suo favore ne è parso de avisarte del tucto ad ciò gliene posse scrivere qualche cosa, advisandote che scrivemo ad Nicodemo obedisca la signoria soa, como la persona nostra propria. Appresso perché quello illustre signor duca ne (h) ha scripto che domino Iacomo dal Pozo è conducto per venire ad lezere ad Ferrara, et ne scrive vogliamo essere contenti de questa sua conducta. Scrivemo ala signoria soa che non voglia acceptare né (i) torre el prefato domino Iacomo, perchè faria troppo gran dampno al nostro studio de Pavia. Perhò te comettemo et volemo che retrovandote cum la signoria soa la conforti et preghe et strenze per nostra parte che non voglia torre el prefato domino Iacomo, nì acceptarlo per modo alcuno, perché, essendo luy quel famoso et excelso doctore ch'el è, saria casione de desviare molti studenti da Pavia et sarria captivo exempio ad molti altri. Usando in questo tucte quelle bone parole et persuasione che te parirano, ad ciò se satisfaza ad questa nostra voluntà, de che te caricamo quanto possemo et sapemo. El dicto domino Iacomo debe essere lì al presente, al quale noy scrivemo l'aligata dela quale te mandiamo la copia inclusa, sichè glie presenta la nostra lettera et lo certifica che, non (l) tornando luy al termine, sarà messo ad effecto quanto in esse lettere se contene, respondendone. Ex castris nostris apud Gambaram, xx novembris 1452.
Irius.
Cichus.

(a) pare in interlinea.
(b) Segue lo frumento depennato.
(c) n in interlinea su v depennato.
(d) da in lettera a rescripsamo in interlinea.
(e) Segue Marco depennato.
(f) Segue casione depennato.
(g) Segue ali quali scrivemo depennato.
(h) Segue scrive depennato.
(i) ne ripetuto.
(l) non in interlinea.