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169. Francesco Sforza al marchese Estense 1452 febbraio 2 Milano

Francesco Sforza scrive al marchese Estense di aver avuto il suo scritto circa le terre rivendicate da Fieramonte, marchese di Villafranca. Conviene che le terre siano lasciate in libertà, tenendo, però, per fermo che Fieramonte deve avere le sue terre, delle quali "è privato...indebitamente e contra ogni rasone" e, conseguentemente, lui (marchese d'Este) dia a divedere che non intende impicciarsi di loro. Lo Sforza conclude ricordando che Fioravante è da quattordici anni suo alleato e vuole metterlo in possesso delle terre che sono "sue de raxone".

Domino marchioni Estensi.
Illustrisimo nostro, havimo inteso quanto ne ha scripto la signoria vostra et etiamdio Antonio da Trezo, nostro famiglio, circha la restitutione de quelle due terre a Feramonte, marchexe de Villa Francha, et dele raxone per vuy alegate circa de ciò restamo pienamente advisati. Et per breve risposta, lassando l'altre alle ratione, quale vostra signoria ne ha facte, che saria longo a replicare, dicemo che tanto farìa a mettere le dicte terre in libertà, et che loro piglino da poi quello partito gli parà et piaqua quanto a non volere che esso Fieramonte le habia. Pertanto considerato ch'esso Fieramonte é privato delle terre sue indebitamente et contra ogni raxone, come crediamo però vostra signoria intenda, confortiamo et pregamo essa vostra signoria gli piacia provedere che le dicte terre siano poste in libertà, ma piaciavi farer intendere alli homini d'esse che non ve voliti impazare d'esse per modo alcuno. Et non solamente dargli ad intendere questo, 44r ma confortarli et indurIi ad acceptare et darse ad esso Fieramonte, como siamo certi faranno, interponendose vostra signoria come siamo certi farrà. Certificandola che non dubitamo puncto che altri se impacino d'esse terre, et quando alcuno se ne impazasse, voressimo vedere cum che rasone, perchè essendo dicto Fieramonte nostro adherente, già xiiii anni passati, lo voressimo mettere alla possessione dele dette terre, essendo sue de raxone, come sonno, nì bixogna vostra signoria dubiti che li detti homini saranno maltractati da esso Fieramonte, perchè questo non seguirà may, immo siamo certi li tractarà bene, et de questo gli farimo nuy ogni provissione expediente, come etiamdio vi dirà più largamente Antonio da Trezo, nostro famiglio, al qual vi piacia credere et dar piena fede come alla persona nostra propria. Data Mediolani, vii februarii 1452.
Cichus.