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1726. Francesco Sforza a Giovanni Galante 1452 novembre 19 Gambara.

Francesco Sforza scrive a Giovanni Galante rammaricandosi di quanto gli è capitato; attenda ora a riparare il danno sequito. Lo informa che gli manderà duecento guastatori per la fortificazione del borgo, intervento assai importante, avendo anche l'avvertenza di includere più case per sistemarvi quanta più gente possibile.

Iohanni Galantho.
Questa sira habiamo recevuta toa lettera et inteso quanto novamente per quella ne scrivi del caso occorso et del damno facto, et cetera; ne remanemo avisati, como per un'altra nostra haveray inteso, et non accade altra resposta se non che se rendiamo certi che tu sii malcontento (a) non essere andato quando noy tel commettessemo, perché non serria occorso quanto è occorso. Ma, como tu say, da poy che anchi havesti li denari, tu ancora induxiasti l'andar tuo et ne mandasti messi et ambassiate che, quanto habi facto bene, tu mò lo say; ma questo mò te recordiamo che cum ogni tuo pensero et studio attende ad restaurare el damno sequito per toa casione et de ordinatione nostra veranno lì cc guastatori per fortificare quello borgo, ove volemo che stiano lozate tucte quelle nostre gente. Pertanto volemo che attende ad essa fortificatione cum (b) quanto più diligentia te serà possibile, et in esso borgo vedi de fare recludere quelle più case che se ponno, ad ciò che dicte gente gli possano stare. Ex Gambara, xviiii novembris 1452.
Bonifatius.
Cichus.

(a) Segue che tu depennato.
(b) cum in interlinea.