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1727. Francesco Sforza agli uomini di Carpenedolo 1452 novembre 19 Gambara.

Francesco Sforza elogia gli uomini di Carpenedolo per il loro comportameno con i nemici dando un'ulteriore prova di singolare fede verso il duca, rassicurandoli che sua volontà è che la gente tutta sia accolta nel borgo. A tal fine, d'accordo con il marchese di Mantova, ha provveduto che arrivino duecento guastatori per fortificare il borgo e ha disposto anche l'arrivo del suo ingegnere Danese. Diano la loro collaborazione includendo nella fortificazione anche più case possibili in modo che la gente vi abiti sicura.

Hominibus Carpanetoli.
Havimo recevuta la vostra lettera et inteso quanto ne havite scripto del caso occorso lì per li inimici et quanto dal canto vostro ve siete portati virilmente, ale quale, respondendo, ve dicimo del tucto restamo pienamente avisati et non accade dire altro, benché per un'altra vostra etiam habiamo inteso l'animositate vostra, dela quale ve ne conmendiamo grandemente, perché ne havete demonstrata la singulare affectione et fede quale ne portate, dela quale noy non poteressemo dubitare per veruno modo, imo ne remanemo ben contenti ita che ve ne havemo ad conmendare molto. [ 413v] Ala parte de quelle nostre gente, quale dicite che non potranno stare in quella terra per le poche case che gli sonno, ve dicimo che nostra intentione non è che dicte gente stiano in la terra, immo volemo stiano nel borgo, como per questa alligata gli scrivimo. Et ad ciò che esse gente nostre possano stare in esso borgo securi, havemo ordinato cum lo illustre signore marchese da Mantoa che mandarà lì 200 guastatori per fortificare dicto borgo, quali credimo serranno lì domane o l'altro ad tardius, et noy ce mandaremo el Danese, nostro ingegnero, per fare dicto lavorero. Ben ve confortiamo che fra questo mezo vogliate voy cum ogni vostro aiuto et possanza attendere ad fortificare dicto borgo mettendo dentro più case che ve siano possibile, ad ciò che dicte gente glie possano stare dentro, et cossì aiutarete ad ogni possanza vostra de acconzare le case del dicto borgo perché se glie possa stare. Ex Gambara, die xviiii novembris 1452.
Bonifatius.
Cichus.