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1730. Francesco Sforza a Giacomo da Camerino 1452 novembre 22 Gambara.

Francesco Sforza esprime a Giacomo da Camerino la sua delusione nell'apprendere come quella comunità dovesse ancora dare a Stefanino Zaccaria cento moggia di frumento per fare il pane e concede alla comunità tempo fino a gennaio o febbraio per tale consegna. Come ha saputo da Gandolfo, vuole che, informato dei mancati pagamenti ai bifolchi che conducono il pane in campo e delle difficoltà delle comunità a concedere carri, Giacomo vada da lui e gli riferisca in proposito a voce quello che non gli ha comunicato per scritto. Gli fa, infine, sapere, d'essere rimasto d'accordo con Andrea Capello e Giovanni de Cilia, ambasciatori di quella comunità, sul ricupero da parte dei cittadini del frumento.

Iacobo de Camereno.
Noi se credevamo che quello frumento ne dà quella comunità già fosse in mane de Stefanino Zacharia et che quello pane fa fare el fesse d'esso frumento, ma intendemo che ne resta ad havere ancora circa cento moza perché la comunità se agrava ad darlo, alegando che non lo possono havere alcune terre del Cremonese, quale hanno havuto el guasto. Et noy per compiacere ala dicta comunitate, ad ciò che cum più suo acconzo possano raccattare dicto frumento, siamo stati contenti de aspectarlo fino ad questo zenaro et febraro (a) proximo che vene che se incantaranno la ditione deli datii. Pertanto volimo che, visis presentibus, tu te trovi insiemi cum Stefano da Cambiago et tre o iiii altri cittadini che te parerano ad ti et vedi de havere da loro dicto frumento che resta ad dare dicta comunità, facendo che essa comunità prometta ad quelli cittadini, che buttarano fora dicto frumento, de restituirglilo in dicti mesi de zenaro et febraro che veneno de proximo, et dicto frumento lo farai consignare ad Stefanino Zacheria. [ 414v] Preterea, como (b) per Gandolfo te havimo mandato ad dire, già sono parechi dì, te commettessimo dovessi (c) intendere li mali pagamenti se sonno facti per lo passato ali bobolci che hanno conducto el pane in campo, et cossì deli mali deportamenti usati alle comunitate in comandare li carri, et mai da ti non habiamo havuto littera alcuna de quello habi facto in questo. Pertanto vogli, dato ordine al dicto frumento, quale daray, visis presentibus, como havimo dicto, venire da noy cum tucte quelle cose et scripture che tu hai facte in el facto predicto deli mali deportamenti facto nel comandare carri et cetera, advisandote anchora che tucto el dì de questo (d) sentimo lamenti, advisandote che cossì semo remasti de accordio cum Andrea Capello et Iohanne de Cilia nel facto del frumento predicto, che li quali sonno venuti qui ambassiatori dela comunità, che essa communità prometterà ad quelli buttarano fora dicto frumento de restituirglilo ad questo zenaro et febraro. Ulterius nel facto de l'alozamenti faray quanto te havimo mandato a dire per Gandolfo. Ex Gambara, xxii novembris 1452.
Marcus.
Cichus.

(a) et febraro in interlinea.
(b) Segue como depennato.
(c) In A dovessino con no finale depennato.
(d) Segue subito depennato.