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1734. Francesco Sforza a Iannuccio da Foci 1452 novembre 23 Gambara.

Francesco Sforza scrive a Iannuccio da Foci che, d'intesa con Achille Corso, quell'individuo con il suo garzone non rimarranno lì che per due o tre giorni; lo rassicura dell'invio dei catenacci per i rastelli. Ritenendo che i guastatori siano arrivati, vuole che senza indugio si attenda alla costruzione della fortezza e con più case consentite nella prospettiva di nuovi arrivi e del trasferimento a Castione del fieno e dello strame. Nello stesso giorno si è scritto a Petrino da Bergamo di andare dal duca.

Ianucio de Foco.
Habiamo inteso quanto per la toa ne scrivi de quello homo cum lo garzone venuti dal canto marchesio: ti conmendiamo et te avisamo como noy l'havimo facto acconzare cum Achille Corso, nostro connestabile, et non è nostra intentione che venga lì se non per doy o tri dì, como per una altra te scrivimo. Deli avisi che ne fay del conte Iacomo ne restiamo advisati et non accade dire altro. Li cadenazi che rechedi per li rastelli ordinaremo che te siano mandati. Ch'el bestiame sia andato via, ne piace. Li guastatori credemo horamay sianno arivati tucti là; per la qual cosa ti comandamo et volemo che con ogni tua diligentia, solicitudine et studio debii attendere dì et nocte ad fare fortificare quel borgo in tal modo et forma che non possiate dubitare de inimici. Et circa ciò fa' che intendiamo la virtute toa et che non te possiamo inputare de negligentia, et questo fa' (a) cum ogni celerità non gli perdendo [ 415v] tempo veruno. Nel qual borgo volemo che fazi mettere et portare più case che te sia possibile ad ciò che gli possano stare più dele nostre squadre, advisandote che, parendone, forse gli ne mandaremo qualche una più, per respecto che poderano mandare del feno et strame ad Castione, ita che li nemici non haranno casione de mandarce loro nè lì (b) per lo incercho; et de questo te ne facimo incarico assayssimo. Ex Gambara, xxiii novembris 1452.
Bonifatius.
Iohannes.
Die suprascripto scriptum fuit Petrino de Bergamo quod veniat quando libet ey.
Bonifatius.
Cichus.

(a) Segue che non depennato
(b) Così A.