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1745. Francesco Sforza a Rolando Pallavicino 1452 novembre 23 Gambara.

Francesco Sforza chiede a Rolando Pallavicino, per ducali necessità di denaro, di concedergli i mille ducati, ricavati dalla vendita dei suoi possedimenti di Busseto, e dovuti a Angelo Simonetta segretario ducale, consegnandola al famiglio ducale Gabriele da Narni, che appositamente gli manda.

Rolando marchioni Palavicino.
In questi nostri bisogni se adiutamo continuamente del dinaro per la via de Angelo Symonecta, nostro secretario, et gli damo deli carichi assay, ali quali se sforza de supplire, et non solamente del nostro, ma etiam fa quanto pò (a) exponere del (b) suo, et perché, fra l'altre cose, è contento se aiutamo de mille ducati, quali ne dice dovere havere da voy per la vendita dele possessione sue da Busseto, che se haveriano ad pagare in dece misi incomenzando questo kalende de nove(m)bre ad computo de ducati cento per mense. Essendo noy strecti per li bisogni ne occorono, como possete consyderare, habiamo pensato um poco più ultra de darvi fatiga che, sicomo haveresti ad pagarne li dicti mille ducati in lo suprascripto tempo, ve vogliate sforzare de servirne de tucti al presente, et cossì ve ne vogliamo pregare strectissimamente (c) et instantissimamente perché ne farete grandissimo acconzo et servitio. Et havimo facto questo concepto in l'animo nostro et prendiamo questa confidentia che, per l'affectione ne portate, lo farete de bona voglia, considerati li strecti bisogni che ne occorono. Siché vogliate conpiacerne in farne questo servitio, el quale ne serrà più che gratissimo, li quali dinari ve piaza fare numerare ad Gabriele da Narni, nostro fameglio, presente exhibitore, quale ma(n)diamo (per) questa casione. Ex Gambara, xxiii novembris 1452.
Iannectus.
Cichus.

(a) Segue in exequire depennato.
(b) Segue vostro depennato.
(c) Segue et così ve ne vogliamo pregare depennato.