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1759. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 novembre 24 Gambara.

Francesco Sforza rimprovera il podestà di Cremona per non essersi fatto restituire da Eusebio, uomo d'arme, quello che gli portarono via due suoi famigli. Ricordatogli che in queste situazioni non si deve procedere come per le altre, gli ribadisce l'ordine della restituzione delle cose rubate, specie il mantello, a meno che i famigli, volendo ritornare, siano accettati da Eusebio.

[ 420v] Potestati Cremone.
Per altre nostre ve scripsemo che doveste astrengere duy famegli de Eusobio, nostro homo d'arme, quali sonno fugiti da luy et portato via certa robba ad restituirli la dicta robba, et pare non ne sia facto niente, de che ce meravigliamo et siamo mal contenti, perché in queste cose militare non se deveria procedere cum quella subtilità de rasone che se procede in l'altre cose. Perhò ve commettiamo de novo et volemo provediate che essi famigli omnino restituissano al dicto Eusobio tucte le robbe che gli portarono via, salvo se fosseno contenti retornare seco et luy li volesse acceptare, recordandovi ch'el dicto Eusobio non è obligato ad dargli provisone, perchè simili famigli stanno in camp(o) ad descretione.Ex Gambara, 24 novembris 1452.
Et sopra tucto facitegli rendere el mantello quale glie portò via uno de loro cio(è) el ragazo. Data ut supra.
Irius.