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1776. Francesco Sforza a Stefanino Zaccaria 1452 novembre 25 Gambara.
Francesco Sforza scrive a Stefanino Zaccaria di non mandare più pane in campo perchè non si vende. Di consegenza licenzi i cinque fornai che ancora ha, oltre agli scrittori e soprastanti, rimandedo però in condizione di potere fare del pane a ogni richiesta ducale. L'avverte di non toccare nè farina nè frumento del duca che tiene entrambi in serbo per le fortezze; abbisognando farina, macini il frumento del conte Filippo. Ai predetti licenziamenti aggiunga quelli dei carri di Piacenza e dove sono solo a motivo del pane.
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424r]
Stefanino Zacharie.
Havemo recevuta la toa lettera cum l'introclusa dela quantità dele farine che sono lì, et inteso quanto in essa se contene et lo parire tuo del facto del pane et cetera. Al che, respondendo, dicemo, prima, che non ne debi mandare qui più pane se noy non te scrivemo altro, perché non c'è vendita. Volemo ancora che tu leve via quelli cinque fornari, quali hay retenuti, et ogni altra spesa de scriptori et soprastanti che glie siano suso, perché dicta spesa non gli è necessaria; ben te dicemo che debi tenere tale ordine che, bisognando pur fare del dicto pane, subito che ne sii advisato, lo possa fare fare. Ed, adciò sapii la mente nostra et quella posse observare circa questa fazenda, volemo che non se mova minimo granello de farina o de frumento del nostro che sta lì, ma bisognando fare più pane, togli dela farina, sive frumento del conte Filippo, perché'l nostro volemo mettere et dispensare per certe forteze. Et perché se dice che quelle farine del conte Filippo sono guaste, volemo fazi macinare del suo frumento per modo che, bisognando fare del pane, subito siano adparechiate. Volemo anchora licentii le carre de Piasenza et d'altroe, quale sono lì per casione del pane, et non se glie voglia trabuto alcuno per licentiarli como se è facto al'altre. Ex Gambara, xxv novembris 1452.
Irius.
Cichus.