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1781. Francesco Sforza ad Antonio Mattia 1452 novembre 26 Gambara.

Francesco Sforza si mostra scettico circa le notizie comunicategli da Antonio Mattia secondo le quali a Brescia si caricano bombarde per venire lì con cinquemila persone e che delle comunità si sono accordate con i Veneziani. Confermando comunque l'aiuto ducale in caso di bisogno, contrariamente a quanto Antonio gli insinua ha fiducia nell'ufficiale di Quinzano; ma, se avesse di che ricredersi, lo solleverebbe.

[ 425r] Anthonio Matthie.
Habiamo recevute doe toe littere et inteso quanto ne scrivi sì dele bombarde che, hai inteso, sonno carcate ad Bressa per venire cum cinque milia persone lì, quanto etiam de quelle terre che sonno accordate cum Venetiani et cetera. Respondendo, te dicimo hai facto bene ad avisarne, ma te certificamo che non è vero niente; sichè non dubitare et sta de bona voglia et così conforta ognuno ad non havere pensiero perché non li veniranno, et quando ben li venissero, che non lo crediamo, te darimo soccorso et a ti et al'altri nostri, ita che non serite opressi da inimici. Al facto de quelle, dicimo che noy non lo crediamo, et quando bene fosse, non serria perhò meraviglia, perché l'homini vanno pur coprendose per salvarse, ma quelli lochi sonno di tale conditione che saranno de chi serrà signor dela campagna. Ala parte de Quinzano noy dicimo che de l'offitiale havemo bona informatione et trovamo che se deporta drittamente et non tene parte como tu scrivi, dove noy non dicimo altro; ma se havessemo altra informatione de luy, et cossy vedessemo per effecto, lo levaressemo de lì et provederessemo ad quella nostra terra de persona più idonea et sufficiente de luy. Dele cose accaderano in futuro digne de notitia nostra, siamo contenti ne avise. Ex Gambara, xxvi novembris 1452.
Bonifatius.
Cichus.