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179. Francesco Sforza ad Angelo de Caposilvis 1452 febbraio 9 Milano.

Francesco Sforza si compiace con Angelo de Caposilvis per aver preso gli uomini d'arme Carlo de Lugo e Giovanni Turco in procinto di fuggire. Vuole che si portino a Parma e si consegni Turco al locale capitano della cittadella , mentre Carlo dovrà essere consegnato al castellano della rocchetta di Porta Nuova. Stia ben accorto nel trasferimento dei due prigionieri perchè quei di Correggio non tentino di liberarli lungo il percorso. Si dice d'accordo per la consegna a Donino da Parma dei suoi tre uomini d'arme e vuole che vengano castigati come meritano, quali truffatori di quei poveracci di Calvatone, a proposito dei quali, vuole che vengano messi in libertà, perchè ritiene che le accuse contro di loro siano solo ciance. Quanto alla calcina, cerchi di averla e di dar così il via ai lavori. Gli dice, infine, di aver preso Pietro da Piacenza come balestriero e di avergli fatto dare sei ducati.

[ 47r] Angelo de Caposilvis.
Respondento ad doe tue lettere, et primo circha la parte de Carlo da Lugo et Iohanne Turcho, nostri homini d'armi, quali hai pigliaty perchè se ne volevano fugire et cetera, dicimo che molto n'è piaciuto che tu li habii pigliati, li quali volimo che tu li mandi ad Parma, et faray consignare Iohanne Turcho al capitaneo nostro dela citadella de Parma, et Carlo da Lugo volimo el fati consignare al castellano dela rochetta de Porta Nova de Parma, ali quali capitaneo et castellano scrivimo per le alligate che li debbiano acceptare et tenerli sotto bona custodia. Siché (a) vogli mandare li predicti ben acompagnati et per forma che non se ne potessero fuzire per la via, et anchora habii advertentia che quelli de Correzo non te li fessero torre per la via, sicché fa per modo che siano conducti ad Parma in ogni modo. Li cavalli, arme et robe loro fa che siano ben custodite et che non vada cosa alcuna in sinistro et che alli cavalli siano bene attesi et mandarane la lista de ogni cosa. Vogli anchora sapere se quilli tri homini d'armi che stavano cum Iohanne Turcho sapevano cosa alcuna del partire del dicto Iohanne Turcho et se anchora loro se ne doviano fuzire insieme cum lui. Piacene che tu habie mandato per Donino da Parma, et tu li consignaray quilli soy tri homini d'arme, al qual Donino dirai, per nostra parte, che li debia castigare et punirli come merita li trufadori de quilli poveri homini da Calvatone, quali tu hay im prezone per quella imputatione. Dicemo che, considerato che tal cosa non ne pare debbia essere vera, ma piutosto parole de zinzatori et senza veruno fundamento, et considerato anchora che quilli poveri homini da Calvatono sonno tanto appoveriti per l'altre cose passate che lezeramente habandonariano dicto loco, volimo li debbii tucti liberare et cavare fuora de presone, ali quali faray careze et confortaragli ad ben vivere et che actendano ad fare bene. Della calcina che tu non poy havere, dicimo che ne maravigliamo del tuo scrivere, perché adesso è el tempo de havere della calcina, et perhò vedi modo de haverne et faray lavorare. Nuy habiamo voluto per balestrero Pietro da Piacenza cum due paghe, al quale havimo facto dare sei ducati. Alle altre parte non acade altra risposta, restamo advisati del tucto. Mediolani, viiii februarii 1452.
Cichus.

(a) sichè ripetuto.