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1795. Francesco Sforza ad Angelello da Lavello, a Mariano da Arezzo e ad Andrea da Pisa 1452 novembre 27 Gambara.

Francesco Sforza richiede ad Angelello da Lavello, a Mariano da Arezzo e ad Andrea da Pisa di por fine alle loro discordie e di preoccuparsi invece della particolare situazione dovuta dalla prossimità dei nemici.

[ 426v bis] Angelello de Lavello, Mariano de Artetio et Andree de Pisis.
Non se potria dire quanto despiacere et molestia havemo preso dela differentia et parole havute tra voy, et tanto più ce dolemo quanto el tempo è più periculoso, essendo cossì vicini ali nimici, como site, et certamente non dovereste fare così, essendo mandati lì per fare fare li facti nostri, perché non v'è honore né utile ad fare così. Perhò ve commettimo, caricamo et (a) strenzemo che debiate deponere queste parole et differentie et vivere bene tra voy et attendere ad bona guardia, com'è vostro debito de fare, certificandove che, se ne sentiremo più parole, certamente se trovaremo mal contenti deli facti vostri. Ex Gambara, xxvii novembris 1452.
Irius.
Similiter scriptum fuit Iohanni Galanto, mutatis mutandis, et cetera.
Iohannes.

(a) Segue volemo depennato.