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1806. Francesco Sforza a Francesco Sanseverino e ad Americo Sanseverino 1452 novembre 27 Gambara.

Francesco Sforza esprime a Francesco e ad Americo Sanseverino tutto il suo stupore per la loro mancata reazione al comportamento dei saccomanni contro Troiolo da Doyono, i suoi famigli e le sue cose. Oltre a sollecitarli a intervenire per evitare che detti loro uomini ancora ripetano atti simili, ordina che si provveda alla restituzione di quanto rubato: nel caso qualcosa manchi, lo stesso duca si preoccuperà di farla avere a Troyolo a spese dei Sanseverino.

Francisco et Americo de San Soverino.
Non porriamo dire quanto despiacere et molestia havimo havuto del acto hanno facto li saccomanni vostri, quali sonno andati ad casa de Troiolo da Doyono, nostro commissario lì, et mettutogli ad saccomanno la casa soa et battuti li famegli per non haverli luy voluto lassare passare Oglio, et siamo certi, se voy sapesti de quanta mala voglia ne trovamo de questa cosa, havereste de questo facta altra demostratione che non havete, de che ne siamo molto meravigliati. Pertanto ve dicemo et volimo debiate tegnire modo et provedere che da mò li saccomanni vostri non incorrano in tanto desordine né fazanno in quella terra portamenti verso l'homini, como hanno fatto nel passato, de che habiamo ad havere lamentela, perché ve certificamo, se noy ne sentemo cosa alcuna, ne farrimo tal correctione che serrà exempio ad tucta Lombardia. Ne dispiacerà bene comenzare dali vostri, ma perché non habiamo ad fare, como hanno facto le gente dela signoria, ne bisognerà fare così, et provediate che Troyolo rehabia la robba soa che non gli manche una strenga, se non volete noy glie la pagaremo ad vostre spese. Ex Gambara, xxvii novembris 1452.
Iannectus.
Cichus.