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1843. Francesco Sforza ad Angelello da Lavello, a Mariano da Arezzo e a quanti sono alloggiati a Carpenedolo 1452 novembre 29 Gambara.

Francesco Sforza scrive ad Angelello da Lavello, a Mariano da Arezzo e a quanti sono alloggiati a Carpenedolo caldeggiando la fortificazione di quella terra. A tale scopo manda Merchione da Fontanella, che li informerà della volontà del duca, tenendo presente che a Venezia preme recuperare quelle terre e al duca importa pure non perderle. Vuole, perciò, che la gente attenda di buona lena ai lavori per assicurare la difesa del luogo, approfittando della presenza dei guastatori inviati dal marchese di Mantova.

[ 435r] Angelello de Lavello, Mariano de Aretio et ceteris allogiatis in Carpanetolo.
Noi mandamo là Merchion de Fontanella, nostro provisionato, presente portatore, per vedere quello lavorero, al quale havemo comesso ve referisca alcuna cosa da nostra parte circa la fortificatione tanto del recepto quanto dela terra dove bisognasse, siché crediateli quanto ad noy medesimy. Et quantunqua luy ve dirà largamente la voluntà nostra circa dicta fortificatione, nondimanco, ad nostra (a) mazore satisfactione, ve dicimo che voy tucti debiate pigliare la cura et sollicitudine de lavorare et de fare ben forte el recepto, et ultra questo fortificare etiamdio la terra dove serrà necessario. Et in fare questo non li perdate una hora de tempo, maxime finché haverite li guastatori del'illustre signore marchese, non altramente che se expectassevo el campo de dì in dì, perché ve advisamo che, nonobstante ch'el campo inimico (b) se divida et se reduce ognuno ale stantie, havendo la signoria de Venexia molto al cuore de recuperare quella terra, cercarà de fare ogni cosa possibile per rehaverla, et noy, havendola molto cara, deliberamo de usare ogni ingegno de conservarla. Et perhò noy volemo che ve faziate sì forti et de fora et dentro dela terra che ve possiate in ogni caso mantenere et defendere et che non habiate may caxione de podere dire che non erevate forti et che non ve l'habiamo noy medesmi recordato inanzi tracto ad bona hora. Ex Gambara, xxviiii novembris 1452.
Iohannes.

(a) nostra in interlinea su vostra depennato.
(b) inimico in interlinea.