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1877. Francesco Sforza a Tristano Sforza 1452 dicembre 3 Gambara.

Francesco Sforza si compiace con Tristano per la restituzione dei panni a chi ne era stato spogliato. Quanto a quello che gli ha riportato il Villanello, il duca gli dice di avergli dette quelle parole perchè i nemici gli avevano fatto sapere che si è innamorato. Raccomandandogli di aver giudizio, gli conferma che sua costante preoccupazione è che le genti d'arme abbiano quanto loro spetta.

Magnifico filio nostro dilectissimo Tristano Sfortie Vicecomiti armorum, et cetera.
Tristano, havimo ricevuto la toa lettera et inteso quanto ne scrive de havere facto restituire li panni ac quello spoliata, che venne qua da nui, ne rimanemo contenti et non acade a dir altro. Ala parte del parlare che te ha facto il Villanello per nostra parte, dicimo che nui te mandassimo a dire quelle parole, perché dal canto de inimici nui siamo advisati como tu se' inamorato lì; per la qual cosa fanno loro parlare che tu dormi dentro la terra dove nui te mandassimo a dire, como tu hai inteso. Et cusì de novo te dicimo che guardi ad essere savio per modo che non possi reportare vergogna né danno da inimici. Al facto dele taxe, te dicimo che nui non actendimo ad altro che a provedere ac queste nostre gente d'arme, et così se sforzarimo provedere anchora ad te et ac quelli nostri che sonno lì per modo che remaneranno contenti. Gambara, iii decembris 1452.
Bonifacius.
Cichus.