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193. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino 1452 febbraio 14 Milano.

Francesco Sforza comunica a Giovanni da Tolentino che tutti i mantovani conducenti il sale da Genova si sono accordati con i dazieri, tranne con quelli di Cremona che pretendono cinquanta, anzichè trenta soldi al mozo. Gli ordina di convocare detti dazieri e di far sì che si accontentino di trenta soldi. Vuole che ogni desiderio del marchese venga soddifatto e abbia la sensazione dell'intervento del duca in tal senso.

Domino Iohanni de Tholentino, locumtenenti Cremone.
Lo illustre signor missere lo marchese de Mantoa ne ha dicto che li suoi che conduceno el sale da Zenoa se sonno acordati cun tucti li datieri nostri del fiume del Po, excepto che cum quilli de Cremona, quali non se sonno vergognati a domandargli octo volte più che non gli tole veruno altro datiero delli nostri. Et perché, come nuy ne sforzimo in ogni cosa far cosa grata e che sia de piacere al prefato illustre signor marchexe, cussì volimo che fazino anchora li nostri. El prefato illustre signor marchexe ne dice che li suoy conductori del dicto sale hanno voluto dare soldi 30 del mozo et quilli datieri gli ne domandano cinquanta, che ne pare dicti datieri habiano gran torto, considerato che ad Piasenza, ad Pavia, ad Terdona et altri nostri luoghi non pagano sempre se non sey et octo soldi per mozo del sale. Et pertanto volimo che debiati havere inanzi da vuy dicti datieri et cum bone parole et cum quello miglior modo et vie che vi parerà expediente et fare, che dicti datieri in ogni modo restino contenti et patienti ad trenta soldi, como gli ha offerti li missi del prefato illustre signor marchexe. Et in questo non gli lassati manchare niente per fare che dicto signor marchexe sia servito et che li sia compiaciuto de ogni cosa, perchè cussi é la nostra voluntà. Et fati per tale modo che parà alla signoria sua che questo nostro scrivere et voluntate habia havuto bono effecto 51v et lo suo desiderio, perchè nostra intentione é che quando may non gli fusse nostra lettera che lo prefato illustre signor marchexe, et de questo et de ogni altra cosa luy possa fare et dire come la nostra propria persona, et cussì volimo sia obedito et exequito. Data Mediolani die xiiii februarii 1452.
Cichus.