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2041. Francesco Sforza al comune e agli uomini di Leno (1452 dicembre 17) Gambara.

Francesco Sforza fa sapere al comune e agli uomini di Leno che libererà i loro compaesani prigionieri quando essi ritorneranno alla sua obbedienza. Se persistessero a essergli ostili, garantisce che loro saranno i primi a essere "brusiati, et disfacti et dissipati".

Comuni et hominibus Leni.
Nui havemo inteso pienamente quanto per parte vostra n'è stato referto, cioé che vorreste intendere quale è la voluntà nostra circa li vostri homini, quali habiamo nui in prixione. Al che respondendo ve dicimo che nostra voluntate è che debiate retornare alla devotione et (a) obedientia nostra, et non actendere apparole, menaze né zanze che ve dagano li nostri inimici, perché, como dovete cognoscere, il facto loro non è in bona condictione et tuctavia sonno per pegiorare, como dovete intendere, et non guardaranno a far male ad voi purché possano fare li facti loro. Et facendo questo, nostra voluntate serà de liberare li vostri homini et mecterli in libertate soa con quelle securtate però che erano di prima. Et se forsi non vorresti ritornare alla devotione nostra vi advisamo che nui habiamo ad essere in campo ac questo bon tempo con lo exercito nostro et vi certificamo che li primi brusiati et disfacti et dissipati in tucto delli lochi Bressiani seriti voi quelli, et vi faremo pentire del tucto, bemchè el pentire non vi sarà giovamento alcuno alli vostri mali. Siché de nuovo, per la salute vostra, vi confortiamo a prendere per tempo partito et ritornare alla nostra obedientia per non aspectare tanti mali. Ex Gambara, ut supra.
Bonifacius.
Cichus.

(a) Segue voluntate nostra depennato.