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205. Francesco Sforza al luogotenente podestà di Cremona 1452 febbraio 17 Milano.

Francesco Sforza ordina al luogotenente podestà di Cremona di rimettere, su richiesta del padre, magistro Giacomo de Caffi, in libertà il figlio Bonaventura, falsificatore di lettere ducali con le quali si concedeva il permesso di portare armi. Vuole che venga annullata qualsiasi testimonianza di tale delitto.

Locuntenenti potestati Cremone.
Per usare nuy clementia verso li subditi nostri, havendo nuy chiara informatione del delicto et excesso commesso alli dì passati per Bonaventura, figliolo de maestro Iacomo di Caffi de quella nostra cità, in fare quella lettere false in nostro nome de possere portare le arme et cetera, el quale Bonaventura haveti im presone, ad instantia del padre, quale é vinuto qui da nuy, havimo facto, et cussì per tenore della presente, facemo gratia et remissione libera, per questo delicto tanto, al dicto Bonaventura. Pertanto, volimo et ve commettimo che facendo cassare, anullare et penitus irritare ogni comdempnatione, pena et bando che, per questo delicto tanto, fosse o dovesse essere facta al dicto Bonaventura, lo debiati liberare dela presone et mettere in sua libertà, facendo aconzare li libri et ogni scriptura che per questo fusse facto, siché per l'avenire al dicto Bonaventura per questo delicto may sia dato impedimento, molestia né facto novità alcuna. Data Mediolani, die xvii februarii 1452.
Cichus.