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2054. Francesco Sforza al commissario, al comune e agli uomini di Carpenedolo (1452 dicembre 17) Gambara.

Francesco Sforza scrive al commissario, al comune e agli uomini di Carpenedolo dicendosi assai dispiaciuto per i danni fatti dai soldati; del fatto ne ha parlato con Angelello da Lavello e con altri, e chiarita la volontà ducale, si dice certo che non avranno più a dispiacersi del loro comportamento. Esorta poi gli uomini del luogo ad agire in modo lodevole sollecitandoli a terminare la costruzione di quella fortezza, e altrettando invita i soldati a cooperare. Chiede che alla venuta di Resegato e di Piacentino con i provisionati diamo riparo ai cavalli.

[ 474r] Comissario, comuni et hominibus Carpenetuli.
Inteso delli vostri disconzi et danni, quali havete recevuto da quelle nostre genti sonno là, delli quali ne habiamo despiacere assai, ne havemo parlato con Angelello de Lavello et cum alcun'altri de quelli nostri soldati et li havemo chiarito molto bene la voluntà nostra, per modo siamo certi ne habiano molto bene inteso, et credimo che verso voi se deportaranno per modo che ve haverete a contentare et laudare de loro. Ben ne confortiamo ancora vui a deportarve verso loro et farglie delle commoditate possibele, sichè loro habiano a poderse commendare et laudare de vui. Ceterum vi caricamo ad actendere cum ogni possa vostra affar fornire quella forteza, como anche scrivemo ac quelli nostri soldati quanto più prestamente se pò, per forma che niente gli manchi; et appresso, venendo lì el Resegato et il Piagentino cum li notri provisionati, ve confortiamo che alli loro cavalli debiati dare casa di dentro al meglio che possiti, per finchè siano fornite le case de fora perché, como sapete, al tempo de inverno è troppo male stare in le case discoperte; sichè receptatili dentro et con ogni vostra solicitudine, facite fornire dicte case, perché da puoi volimo iscano de fuora, como per l'altre nostre doveti haver inteso che non volemo alcuno stia dentro. Ex Gambara, ut supra.
Bonifatius.
Cichus.