Registro n. 7 precedente | 2058 di 2129 | successivo

2058. Francesco Sforza a Gerolamo da Roma 1452 dicembre 17 Gambara.

Francesco Sforza vuole che Gerolamo da Roma dica a quelli di Faverzano che, non ostante il salvacondotto, si comportino diversamente, facendo buona guardia e avvisando quando passano i nemici, sicuri che agendo diversamente verrebbero privati del salvacondotto. Ordina che a Bonetto venga ritirato il salvacondotto. Inmerito alle donne dei nemici, dispone che se ne ritornino con la loro roba dai loro padroni, non senza aver prima saldato eventuali debiti.

Ieronimo de Roma.
Havemo recevuta la toa lettera data heri, et inteso quanto ne scrive, te comendiamo della diligentia toa et delli avisi ne day; et (a) respondendote volimo che debii dire per nostra parte acquelli homini de Faverzano che observino altri modi che non hanno servati fin a qui et che, non obstante habiano salvoconducto, vogliano actendere a fare bona guardia et advisare li nostri quando passino li inimici aciò non possa pericolare né male capitare alchuni de nostri, certificandoli che, se farano altramente, gli farimo rompere il salvoconducto suo. Alla parte de quello Bonecto quale ha nostro salvoconduto et va continuamente innanze indireto, volimo, como dicto Bonecto vene più lì, te debii far dare dicto suo salvoconducto et non restituirlo più et dirgli per nostra parte che nostra intentione è che non usi più de dicto salvoconducto et che per cosa del mondo non venga più lì, né vada più innanzi indrieto per vigore de dicto salvoconducto perché intendiamo sia revocato. Alla parte de quelle done delli soldati inimici che sonno lì, volimo li debii licentiare, che se vada con Dio per li facti soi a trovare li soi patroni et li lassarai portare via le cose soe, satisfacendo però acquilli fossero obligati et debitrice. Ex Gambara, die xvii decembris 1452.
Nicolaus.
Iohannes.

(a) Segue ne depennato.