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2068. Francesco Sforza al marchese di Mantova 1452 dicembre 19 Cremona.

Francesco Sforza ringrazia il marchese di Mantova per l'informazione della venuta di due oratori. Quanto al salvacondotto che il marchese ha rilasciato allo scudiero del duca di Savoia per passare nel territorio marchionale e in quello sforzesco, il duca richiede al marchese si assumere maggiore sicurezza nel disporre delle cose e decisioni rigurdanti lo stato.

Illustri domino marchioni Mantue, et cetera.
Questa sera per lo cavallaro dela illustre signoria vostra havemo recevuto doe vostre lettere facte heri alle quale, brevemente respondendo, dicemo che l'aviso che epsa signoria vostra ne ha dato della venuta delli magistri orraturi ad nui è stato multo caro et ne la rengratio. Alla parte del salvoconducto et lettere de passo che la prefata vostra signoria ha concesse acquello scudero dello illustre signor duca de Savoya, tanto per li terreni soi quanto per li nostri, et che ne scrivite tanto teneramente per la dicta concessione et cetera, dicemo che nui vedemo che la signoria vostra non solo non sia mutata da poi che se partì da noy delle stranieze, che ha sempre usate con nui questi tempi che semo stati insieme, ma piutosto è pegiorata per modo che, se essa vostra signoria andarà con noy pegiorando de tempo in tempo, secondo ha facto in questi pochi dì che semo stati absenti l'uno dal'altro, ne mecterete una gran fatigha per le mano; et questo dicemo, perché el non bisognava che la prefata signoria vostra facesse tanta scusa con nui de queste lettere havete concesse perché la pò et deve essere non solo certa, ma certissima, che lassiamo stare che nui debiamo restare contenti che habiati concesse le dicte lettere ad questo scudiero del prefato illustre signore duca de Savoya, quale vive con nuy pacificamente, come la signoria vostra sa et ne scrive, ma se l'avesse bem affidato uno quale havesse morto uno di nostri figlioli in li nostri terreni el vostro salvoconducto, come el nostro proprio et non altramente. Siché la vostra signoria pò et deve pigliare più securtà delle cose nostre, quale sonno soe, ch'ella non fa. Alla parte delli fanti nostri stanno ad Romedello et cetera, como la signoria vostra haverà inteso, li dicti fanti, per nostra commissione fin heri, debeno andare alla stantia loro de Carpenetolo. Data Cremone, die xviiii decembris 1452.
Iohannesantonius.
Iohannes.