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2078. Francesco Sforza a Giovanni Bono (1452 dicembre 20 Cremona).

Francesco Sforza apprezza la diligenza di Giovanni Bono nell'espletare i compiti affidatigli presso Francesco della Mirandola e Tiberto, facendogli avere dieci scudi perché continui a stare accanto a Tiberto pronto a riferire quello che si passa per la licenza richiesta in favore di Tiberto.

Iohanni Bono de Mortario.
Havemo recevute doe toe lettere, date l'una alla Mirandula, l'altra a San Iohanne in Croce, et inteso tucto quello ne scrive primo, de quello hai seguito col magnifico conte Francesco della Mirandola circa il facto de messer Tiberto, poi della venuta toa et della relactione hai facta al prefato messer Tiberto, et cetera, restiamo de tutto advisati; a che non dicimo altro se non che conmendiamo la diligentia toa et dicimo che la intentione nostra è, como te havemo scripto per un'altra, che tu debii stare appresso dicto messer Tiberto. Et aciò possi stare, nui te mandiamo per questo nostro cavallaro ducati x; siché andarai et starai cum lui et ne advisarai de tucto quello sentirai, como per l'altre te havemo scricto, allo illustre signor duca de Modena, per modo non dubitamo esso conte Francesco restarà contento de tucto; et questo non pò mancare, facendone ancora instantia Venetiani et lo conte Iacomo, como tu sai. Ex Cremona, ut supra.
Zanectus.
Iohannes.