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2088. Francesco Sforza al vicario, al comune e agli uomini di Quinzano 1452 dicembre 21 Cremona.

Francesco Sforza ricorda al vicario, al comune e agli uomini di Quinzano che dovevano mandare a Cignano cinquanta uomini in aiuto per il lavoro che ha fatto fare là, e il duca ha accettato che ne inviassero venticinque. Ora quei venticinque sono partiti e non si può portare a conclusione il lavoro. Impone che subito ne vengano inviati, per otto giorni, altri venticinque.

Vicario, communi et hominibus Quinzani.
L'altro dì, per una nostra lettera, ve scrivessemo dovessevo mandare a Cignano L.ta homini per aiuto de quello lavorero facimo fare lì, et non gline mandasti non, ma xxv, et nui restassemo contenti per le casione ne allegavati in le vostre lettere non podergline mandar più. Mò intendimo che dicti xxv, o la più parte, sonno partiti, per la qual casione non se pò fornire dicto lavorerio. Pertanto ve caricamo et stringemo che subito, recevuta questa, gli mandati altri xxv homini per octo dì. Ex Cremona, die xxi decembris 1452.
Marcus.
Iohannes.